Parte lo studio AI-Learn per rivoluzionare la didattica in Medicina e mettere l’intelligenza artificiale al servizio della formazione medica
Avete mai immaginato di seguire una lezione universitaria tenuta da un avatar, capace di rispondere alle domande, adattarsi al vostro stile di apprendimento e di darvi anche un feedback personalizzato? Alla Sapienza di Roma non è più immaginazione, ma un esperimento concreto: si chiama AI-Learn@Sapienza, ed è un progetto pionieristico che mette l’intelligenza artificiale al servizio della formazione medica.
Il punto è semplice ma rivoluzionario: capire se l’AI può migliorare davvero l’apprendimento degli studenti di Medicina. Per farlo, l’università ha organizzato un vero e proprio studio clinico randomizzato, come si fa con i farmaci. Cinquanta studenti saranno divisi in due gruppi: uno seguirà la didattica classica, l’altro verrà affiancato da un professore-avatar, basato su AI, capace di interagire come un essere umano (più o meno). Alla fine, tutti dovranno affrontare lo stesso caso clinico simulato, gestito da un paziente virtuale.
L’obiettivo è quello di misurare concretamente l’efficacia del supporto AI: si valuteranno le competenze acquisite, la rapidità decisionale, la capacità di diagnosi e persino il livello di soddisfazione degli studenti. Il tutto con criteri scientifici e trasparenza assoluta.
Il progetto, che partirà ufficialmente a ottobre e si concluderà nella primavera del 2026, è promosso dalla Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza e sostenuto dalla Rettrice Antonella Polimeni e dalla Prorettrice alla Didattica Ersilia Barbato. A guidarlo scientificamente è Andrea Botticelli, in collaborazione con la Fondazione per la Medicina Personalizzata (FMP) e ctcHealth, la tech company che ha sviluppato la parte tecnologica.
di Daniela Faggion