Nuovi segnali di riproduzione e un raro avvistamento in Adriatico per la specie di mammifero marino
La foca monaca mediterranea, una delle specie più minacciate del nostro mare, si sta riaffacciando sempre più spesso lungo le coste italiane. Una serie di dati raccolti negli ultimi mesi, insieme a un recente avvistamento sulle coste romagnole, suggerisce che questo mammifero possa aver ripreso a frequentare con maggiore regolarità le nostre acque e, forse, addirittura a riprodursi qui.
Nel 2023 ha preso il via un progetto di ricerca coordinato da Fondazione Acquario di Genova Onlus, Università di Milano-Bicocca e Gruppo Foca Monaca APS, con l’obiettivo di capire quanto e dove la specie sia presente nel Mediterraneo occidentale. Visti i pochi monitoraggi sistematici, molte aree italiane erano rimaste per anni prive di dati aggiornati. Per colmare questo vuoto, i ricercatori hanno coinvolto oltre quaranta organizzazioni e un folto gruppo di volontari formati appositamente per il campionamento in mare.
Una parte centrale dello studio si basa sull’analisi del Dna ambientale, una tecnica che permette di rilevare la presenza di una specie attraverso il materiale genetico disperso in acqua. Su questo fronte, i risultati sono stati sorprendenti: in più di un terzo dei campioni analizzati sono state individuate tracce riconducibili alla foca monaca. Parallelamente sono arrivati numerosi avvistamenti, più della metà verificati e documentati con immagini e testimonianze.
Uno dei segnali più significativi risale al 2023, quando in Calabria è stato individuato il corpo di un giovane esemplare, indizio chiaro di una nascita recente avvenuta nelle vicinanze. Altri avvistamenti ripetuti nel 2025 nel Golfo di Napoli hanno rafforzato l’idea che la specie stia tornando a utilizzare, almeno occasionalmente, alcuni tratti della costa italiana per riprodursi o per la crescita dei piccoli.
Secondo i ricercatori, le zone del Mediterraneo dove la presenza sembra più frequente comprendono l’Arcipelago Toscano, la Sardegna nord-orientale, parti del Mar Adriatico, il Mar Ligure, le Isole Baleari e, più a occidente, l’area del Mar di Alboran. Quest’ultima individuazione farebbe pensare a un’espansione verso ovest dell’areale della specie, finora documentata soprattutto in Grecia e lungo le coste della Turchia e della Croazia.
A confermare questa tendenza si aggiunge un nuovo avvistamento: durante un controllo nelle acque basse di una riserva naturale a Punta Marina Terme, i Carabinieri del Reparto Biodiversità hanno osservato una foca monaca nuotare con tranquillità vicino alla riva. Grazie al supporto del centro Cestha, l’animale è stato riconosciuto come una femmina adulta di grandi dimensioni, in buone condizioni generali. L’evento è particolarmente insolito perché in quell’area – tra le province di Ravenna e Ferrara – non si registravano incontri recenti con questa specie.
La foca monaca resta uno dei mammiferi più rari del Mediterraneo: le stime parlano di poche centinaia di esemplari, un numero così ridotto da collocarla tra le specie a rischio critico nella Lista Rossa dell’IUCN. In passato era diffusa in buona parte del bacino, ma persecuzioni dirette, inquinamento e la scomparsa di tratti di costa isolata – fondamentali per la riproduzione – hanno portato la popolazione al collasso.
Per questo ogni avvistamento, soprattutto in aree dove la specie mancava da anni, acquisisce un valore scientifico e simbolico importante. Le recenti osservazioni e i risultati delle analisi genetiche mostrano un quadro più dinamico del previsto ed evidenziano l’importanza di tutelare le aree naturali costiere e marine, luoghi essenziali per garantire riparo, tranquillità e alimentazione agli esemplari che tornano a frequentare i mari italiani.

