20 Settembre 2007 | Attualità

Usa: polemiche per baby-reality

“Kid Nation” , reality show del canale statunitense Cbs, è finito nell’occhio del ciclone per aver coinvolto 40 bambini fra gli otto e i 15 anni in un gioco televisivo al limite dello sfruttamento minorile. I piccoli partecipanti sono stati trasportati in una città del New Mexico e costretti a ore di lavoro impensabili anche per un adulto a beneficio dell’audience. Quello che è stato presentato come un “campeggio estivo davanti alle telecamere” prevede anche uno stipendio di 5mila dollari a ogni partecipante e un gettone di 20mila al bambino vincitore di ogni puntata.  Gli scriteriati genitori hanno prima accettato di buon grado le condizioni per poi scagliarsi contro la rete televisiva per incidenti capitati ai loro pargoli e per le 14 ore di lavoro giornaliere imposte durante le riprese.  “Ci hanno gettato fango addosso, ma aspettiamo che la gente veda il nostro show: vedrà che è stata un’esperienza incredibile”, è stata la risposta della produzione del programma che dovrà fronteggiare le indagini della magistratura del New Mexico per potenziali violazioni delle leggi sul lavoro minorile e l’attacco dei sindacati che giudicano scorretto il contratto sottoscritto dalle famiglie dei piccoli partecipanti. Tom Forman, produttore esecutivo, ha concluso affermando che “chi voleva se ne poteva andare e qualcuno l’ha fatto” ed è tornato a cercare nuove reclute per la seconda edizione.

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