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15 Ottobre 2007 | Attualità

L’Europa contro i voli truffa sul web

Centinaia di siti web che vendono biglietti aerei non sarebbero in regola con le normative di tutela dei consumatori, perchè aggiungerebbero voci extra ai prezzi pubblicizzati: è emerso da un’indagine realizzata dalle autorità nazionali di 17 stati membri, coordinata dalla Commissione europea. I primi dati dell’indagine, di cui riferisce l’Herald Tribune, sono stati confermati da Helen Kearns, portavoce del commissario Ue ai consumatori Meglena Kuneva, la quale ha spiegato che i risultati definitivi del lavoro di indagine, che risale al mese di settembre, saranno pubblicati entro una quindicina di giorni. Nel mirino dell’inchiesta non ci sarebbero solo i prezzi dei biglietti, ma anche i termini e le condizioni di vendita, che verrebbero spesso pubblicate in lingue non comprensibili da tutti i consumatori . Per quanto riguarda le voci extra dei prezzi che andrebbero ad aggiungersi a quelli pubblicizzati, si tratterebbe di tasse aeroportuali, diritti di prenotazione o aggravio per uso di carta di credito o addirittura sovrapprezzi per tardiva prenotazione. Ancora non si fanno i nomi delle compagnie chiamate in causa, perchè toccherà alle autorità nazionali verificare se i loro siti web sono in regola con le normative o se invece vadano intraprese azioni correttive. Entro due o tre mesi verranno poi pubblicati gli elenchi delle compagnie che hanno accettato di fare le modifiche richieste, di quelle ancora alle prese con il problema e di quelle che avranno invece rifiutato di apportare i cambiamenti richiesti . Qualsiasi provvedimento nei loro confronti, dalla multa alla chiusura del sito, dovrà comunque essere preso a livello nazionale. Il dossier prenderebbe in considerazione 433 siti web di compagnie aeree e di agenzie di viaggi: di queste 217 sono sospettate di non aver rispettato diversi criteri delle normative europee che impongono trasparenza sui prezzi e sulle condizioni di vendita. Solo in Belgio, su 48 operatori presi in esame 46 non sarebbero in regola. In Austria, invece, tutti i venti siti web verificati non avrebbero difetti.

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