In Italia la privacy, sempre più minacciata su scala mondiale, è molto meglio difesa rispetto a paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti. In un rapporto realizzato dal think tank britannico Privacy International, la Penisola si è ritrovata nel gruppo dei paesi con “alcune salvaguardie ma protezioni indebolite” mentre il Regno Unito e gli Stati Uniti sono finiti nel girone peggiore, quello delle società dove ”a sorveglianza è endemica”. In base a una complessa serie di fattori è stata dato a ognuno dei 47 paesi presi in esame un punteggio. Il punteggio massimo (3,1) è andato ai paesi, sempre meno numerosi, che ”offrono adeguate salvaguardie dagli abusi” Il minimo (da 1,1 a 1,5) ha bollato invece le nazioni degne del Grande Fratello, dove le autorità mettono il naso ovunque. Con 2,8 l’Italia, dove il diritto alla privacy è sancito dalla costituzione e dalle leggi, è allo stesso livello di Germania e Argentina e molto più su rispetto alla Francia (1,9). In negativo per la Penisola il rapporto ricorda però una serie di ‘abusi’ nelle intercettazioni telefoniche e di internet e il fatto che il governo vorrebbe imporre ai blogger l’obbligo di registrazione. La grossa sorpresa è la Gran Bretagna, che nei secoli è stato faro di democrazia e di libertà individuali e con 1,4 di punteggio si vede attribuita l’imbarazzante maglia nera del paese Ue dove la privacy è più calpestata, soprattutto per colpa delle leggi anti-terrorismo approvate dopo gli attentati dell’11 settembre. La Gran Bretagna è finita nello stesso gruppo dove si trovano paesi dalle spiccate tendenze autoritarie come Cina, Russia e Malaysia. Stando alla hit parade di Privacy International i paesi in assoluto più encomiabili (premiati con 3,1 di punteggio) sono risultati per il 2007 Grecia, Romania e Canada. Un 1,5 di punteggio boccia gli Stati Uniti dove ”le iniziative di sorveglianza continuano a espandersi, colpendo sia gli stranieri che i cittadini”
