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13 Febbraio 2008 | Attualità

Internet mette a rischio il futuro lavorativo

Il futuro lavorativo di quattro milioni e mezzo di giovani inglesi potrebbe essere compromesso dalle tracce lasciate in internet. Lo rivela una ricerca dell’Information Commissioner’s Office, Autorità britannica per la protezione dei dati personali, condotta sui ragazzi inglesi tra i 14 e i 21 anni e pubblicata sulla newsletter del Garante della Privacy.  Il 71% dei ragazzi non vorrebbe, infatti, che un’università o un eventuale datore di lavoro cercasse informazioni in rete su di loro senza prima aver cancellato i contenuti dai social network. Sei su dieci non hanno mai considerato la possibilità che i dati immessi oggi su internet potrebbero essere permanenti e accessibili in futuro, mentre un terzo dichiara di non aver mai letto le informative sulla privacy. Il 75% non sembra comunque preoccupato dal fatto che il profilo pubblico possa essere visto da estranei, anzi un 7% di  loro pensa che la riservatezza non sia importante e vuole far vedere a chiunque il proprio profilo. Per quanto riguarda i dati messi online: il 60% pubblica la sua data di nascita, il 25% il tipo di lavoro e quasi il 10% l’indirizzo di casa.  Sono queste, tra l’altro, le informazioni personali più utilizzate per creare passwords, a cui si aggiungono nomi di sorelle, fratelli o animali domestici, che  diventano preziose per chi commette i furti d’identità. A questo punto, è quanto rivela la ricerca, il pericolo non riguarda soltanto le frodi ai danni degli utenti in caso di accesso a prodotti e servizi virtuali, quali comunità, conti bancari e acquisti online. Il rischio maggiore è per i danni alle prospettive lavorative future dal momento che le aziende, prima di assumere, cercano in rete le informazioni sui candidati.

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