Spetta alla Repubblica centrafricana, con zero notizie, il primo posto nella “top ten” delle crisi dimenticate dai telegiornali italiani (Rai e Mediaset) nel 2007, secondo il quarto rapporto di ‘Medici Senza Frontiere’ sui conflitti civili pressoché ignorati dall’informazione tv. Lo studio è stato realizzato sulla base dei dati raccolti dall’Osservatorio di Pavia. Al secondo e terzo posto la Repubblica Democratica del Congo e lo Zimbabwe, rispettivamente con cinque e dodici news in un anno, poco distanti dallo Sri Lanka (15). Con 229 servizi la Birmania, new entry della classifica, si è piazzata all’ultimo posto. A metà classifica si trovano Cecenia, Colombia e Somalia. Il dossier di Medici Senza Frontiere non prende in esame solo le crisi dovute a conflitti politico-sociali sparse nei due emisferi del globo, ma considera anche le ‘dimenticanze’ dell’informazione tv rispetto ad altre crisi umanitarie transnazionali, come quella dovuta alla malnutrizione o quella relativa alle morti per tubercolosi. In merito a questo, il direttore di MSF, Kostas Moschochoritis, durante la presentazione del Rapporto, ha posto l’accento sul test della TBC che risale al 1882, sostenendo che “non ne è stato creato un altro, perché nessuno lo reclama a voce alta e le compagnie farmaceutiche non hanno interesse a fare ricerche in merito”. Anche Mirella Marchese, dell’Osservatorio di Pavia, ha parlato del ” silenzio che uccide “, mettendo in relazione i 2 miliardi di dollari spesi per la ricerca sull’aviaria (che ha provocato 80 morti) contro i 200 milioni impiegati per la TBC, che ha causato il decesso di 2 milioni di persone nel 2007. L’associazione denuncia inoltre la tendenza generale dei tg a parlare di contesti di crisi solo laddove sono coinvolti personaggi italiani o stelle del cinema , e quando accade qualcosa sul nostro territorio. E’ il caso della Somalia, per esempio, di cui si è parlato solo in occasione delle dichiarazioni dei politici italiani o rispetto all’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del suo operatore. Analogo il caso dello Sri Lanka, salito alla ribalta dei telegiornali l’anno scorso, non per la guerra, ma per il ferimento dell’ambasciatore italiano Pio Mariani. Lo stesso vale per la Colombia, entrata nell’agenda dei notiziari prevalentemente per il sequestro di Ingrid Betancourt, in mano alle Farc dal 2002. Un capitolo a parte merita il Darfur che MSF definisce “un teatro di gravissima e continua crisi umanitaria ed un evento mediatico dalle alterne fortune” , cui sono state dedicate 54 notizie nel 2007, legate per lo più alle molteplici iniziative di sensibilizzazione di personaggi famosi. Sono altre le crisi di ‘serie A’ che hanno conquistato spazio nei notiziari. Prima fra tutte quella afghana, in particolare per due aspetti quali la missione italiana da un lato e il rapimento dell’inviato di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo dall’altro; al secondo e terzo posto ci sono il Medioriente (soprattutto per il coinvolgimento italiano in Libano) e l’Iraq. Complessivamente l’analisi di Msf mostra, rispetto al 2006, un calo dell’attenzione da parte dei telegiornali verso le aree di crisi (dal 10 all’8%), che corrisponde a circa 6.400 notizie trasmesse su un totale di 83.200. Quanto ai network presi in considerazione dal dossier, il tg di Rai 3 si conferma quello che ha dedicato maggior attenzione alle crisi ‘dimenticate’, mentre Studio Aperto, col 3%, è ancora il “fanalino di coda”.
Medici Senza Frontiere: troppe crisi nel mondo dimenticate dai telegiornali

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