La corte di giustizia europea del Lussemburgo ha deliberato sulla legge italiana n. 175 del 1992, che proibisce la trasmissione di pubblicità sanitaria: l’articolo diminuirebbe la libertà di stabilimento delle imprese sul territorio europeo, limitando la prestazione dei servizi. Secondo la sentenza, proibire la pubblicità di trattamenti medici effettuati da privati sulle reti televisive nazionali, consentendola però su quelle locali, sarebbe una pratica “incoerente e contraria” al diritto comunitario. Il caso specifico su cui ha lavorato il tribunale europeo riguarda un’impresa spagnola, la Corporacion Dermoestetica, attiva nel settore dei trattamenti estetici, e l’agenzia pubblicitaria To Me Group. Nel 2005, quest’ultima ricevette l’incarico di realizzare una serie di spot sulla società iberica da mandare in onda su Canale 5; dopo aver percepito un acconto, la To Me Group informò il committente che lo spot poteva essere trasmesso solo su canali a diffusione locale. L’agenzia, però, rifiutò di restituire l’acconto a Corporacion Dermoestetica. Secondo la corte, la legge italiana impone un ostacolo all’esercizio delle attività da parte delle imprese che hanno sede in un altro stato membro, impedendo l’accesso a servizi come quelli relativi alla pubblicità televisiva.
Tribunale europeo approva pubblicità medica

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