Risultati trimestrali sotto le attese per due colossi del mercato: Google, primo motore di ricerca al mondo, e Microsoft, leader incontrastato del settore informatico. Google ha chiuso il secondo trimestre con utili in crescita del 35%, non raggiungendo la percentuale prevista dagli analisti. L’utile netto è stato di 1,25 miliardi, pari a 3,92 dollari per azione, contro attese di 4 dollari per azione. La borsa ha reagito negativamente, facendo segnare un calo dell’8%. Microsoft , da parte sua, ha visto una flessione delle azioni pari al 6% a causa di una chiusura del quarto trimestre fiscale inferiore alle attese: l’utile netto si è attestato su 4,3 miliardi di dollari, pari a 46 centesimi per azione contro i 47 centesimi previsti dagli analisti. I guadagni però sono superiori ai 3,04 miliardi di dollari (31 centesimi per azione) registarti l’anno scorso, con una crescita del 18% a 15,84 miliardi. Il colosso americano, che è coinvolto nella trattativa per l’acquisizione di Yahoo, ha riferito che le difficili condizioni economiche riscontrate per il trimestre in corso continueranno per tutto il 2008, con qualche miglioramento solo all’inizio del 2009. Anche per trimestre in corso le previsioni di Microsoft sono peggiori alle attese degli analisti mostrando un utile per azione tra 47 e 48 centesimi a fronte di ricavi totali tra i 14,7 e 14,9 miliardi di dollari. Gli analisti di Wall Street, invece, si attendevano un utile pari 50 centesimi per azione, a fronte di ricavi pari a 15,06 miliardi di dollari, previsiti da Wall Street secondo le stime diffuse da Reuters. La maggiore società produttrice di software ha affrontato finora la debolezza dell’economia Usa aumentando le proprie vendite nei paesi emergenti e offrendo un diverso insieme di prodotti pensati per i clienti corporate e i consumatori. Tuttavia, gli analisti ritengono che la società non sarà immune da condizioni economiche difficili e che una revisione al ribasso delle previsioni per i prossimi trimestri sia una mossa ragionevole.
Google e Microsoft: anche i ricchi piangono

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