Le tariffe di terminazione mobile devono essere ridotte più di quanto l’Autorità garante per le comunicazioni intenda fare. Lo afferma l’associazione Altroconsumo che rileva che i costi sostenuti dagli operatori mobili non giustificano tariffe di terminazione superiori a 1-2 centesimi di euro. Attualmente se ne pagano 8,85 ai due soggetti più forti sul mercato contro un obiettivo proposto dall’Agcom di 7 centesimi di euro da qui al 2011. Per Altroconsumo “gli operatori con quote di mercato più ampie, Tim e Vodafone, esercitano la propria posizione dominante sulle condizioni economiche praticate per la fornitura del servizio di terminazione del traffico. Con effetti perversi: sulle chiamate on-net in media circa il 74% del traffico originato da ciascun operatore di rete mobile termina su clienti appartenenti allo stesso operatore”. L’associazione rileva che “l’ irrigidimento del mercato rafforza il duopolio e va a tutto svantaggio del consumatore . Un esempio per tutti: l’arrivo in Italia del nuovo iPhone, sbarcato solo con Tim o Vodafone”. Secondo un’ inchiesta di Altroconsumo, su cinque città, i rivenditori hanno l’abitudine di offrire il prodotto esclusivamente con un piano tariffario in abbonamento (invece della ricaricabile) che vincola il consumatore per 24 mesi a tariffe molto meno convenienti rispetto alle offerte sul mercato. Sui valori medi delle tariffe di terminazione (dati ERG, gennaio 2008), rileva ancora Altroconsumo, l’ Italia è più cara non solo dell’Inghilterra , dove ci sono il contesto di mercato e il grado di sviluppo delle tlc migliori in Europa, ma anche di Francia, Germania, Spagna. Con tagli alle tariffe così modesti, secondo Altroconsumo, lo sviluppo di un mercato delle telecomunicazioni efficiente, moderno e concorrenziale rimarrà un miraggio.
Altroconsumo chiede di spezzare duopolio Tim-Vodafone su iPhone

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