Undicesima fumata nera per l’elezione del nuovo presidente della commissione di Vigilanza Rai. Il candidato dell’opposizione è ancora Leoluca Orlando (Idv) ma nuovamente è mancato il numero legale per l’assenza dei rappresentanti della maggioranza: quindi, tutto rinviato. Quasi certamente con appuntamento fissato per domani, e – nel caso – quindi per giovedì e venerdì, e poi martedì prossimo se la situazione dovesse persistere. Lo scoglio è rappresentato dal fatto che il Pdl vorrebbe un accordo complessivo sulla questione Rai, ovvero presidente Vigilanza, miniriforma della ‘governance’ dell’azienda e nomina del Cda e del direttore generale. L’ opposizion e invece guarda innanzitutto alla Vigilanza, ritenendo che si debba procedere per passi sucessivi e non concatenati o strettamente vincolanti. Ora s i attende che i presidenti di Camera e Senato decidano formalmente per la nuova convocazione a Palazzo San Macuto. Anche all’interno del Pd la questione Rai trova pareri contrastanti: la riunione di questa mattina con Walter Veltroni non è servita a trovare la quadra e nel Pd restano confermate linee diverse tra chi, per la presidenza di Viale Mazzini, vorrebbe Pietro Calabrese, chi la riconferma di Claudio Petruccioli e chi, come Rosy Bindi, non sarebbe d’accordo nè sull’uno nè sull’altro nome . Per l’ex-direttore di Panorama si sarebbe speso, durante la riunione, Goffredo Bettini incaricato da Veltroni, sin da fine giugno, di sondare la maggioranza su un nome gradito anche al Pdl. A favore della riconferma di Petruccioli sarebbero, invece, Paolo Gentiloni e Fabrizio Morri , le cui dichiarazioni (al termine della riunione di questa mattina) su un’intesa dentro il Pd per un bis dell’attuale presidente della Rai avrebbero suscitato qualche irritazione. Infatti, viste le divisioni dentro il partito, Veltroni ha deciso di prendere tempo, non appoggiare alcun nome sin da ora. Spiega Bettini: ” Non abbiamo deciso nessun nome nè una graduatoria di nomi”. La scelta è quella di procedere un passo alla volta . Portare a casa innanzitutto la presidenza della commissione di Vigilanza per Leoluca Orlando e si conta di chiudere domani, visto che oggi si sa già che la seduta finirà con ogni probabilità con una fumata nera. Dopodichè il Pd continuerà a insistere sulla riforma della governance della Rai, su cui oggi durante la riunione si è molto battuta Giovanna Melandri. Se la riforma non si farà, visto che il Cda deve essere rinnovato, si entrerà nel merito dei nomi e se quello di Petruccioli sarà bocciato dalla maggioranza, allora resterà in piedi quello di Calabrese. Un nome che, avrebbe detto Bettini durante la riunione, rappresenterebbe un rinnovamento ed inoltre una personalità fuori dai partiti. “Vedo una contraddizione -avrebbe sottolineato il coordinatore del Pd- tra chi dice che i partiti devono stare fuori dalla Rai e poi non vuole Calabrese perchè non è del Partito Democratico “. ” Oggi non saremo presenti alla riunione della Commissione di Vigilanza Rai convocata alle 15 “. Aveva anticipato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, spiegando che l’assenza è dovuta “alla novità” costituita dal nome di Claudio Petruccioli, rispuntato a sorpresa tra quelli dei candidati alla presidenza. Un nome quello dell’attuale presidente della Rai che, dice ancora Gasparri, ” ha portato ad un clima di maggiore apertura. Si tratta di un elemento nuovo tra le ipotesi finora fatte e anche noi abbiamo bisogno di tempo per discuterne “. Sulla possibilità che domani i membri del Pdl siano presenti in commissione di vigilanza (convocata ad oltranza), Maurizio Gasparri si è mostrato possibilista: ” Domani è un altro giorno, vedremo “. Quello della presidenza della commissione di Vigilanza Rai e quello del rinnovo del Cda di viale Mazzini “sono due terreni molto distanti tra essi. E in mezzo c’è la riforma Rai, vero problema”. Lo ha detto Giovanna Melandri , ministro ‘ombra’ delle Comunicazioni per il Pd. E quando si parla di riforma, ovvero modifiche sostanziali all’attuale disciplina (la legge Gasparri), “c i vorrebbe uno strumento legislativo d’urgenza, anche un decreto “, se c’è ” condivisione della velocità delle scelte da assumere “, aggiunge la Melandri. La parlamentare dice anche ” attendiamo fiduciosi che concorrano ad eleggere Orlando e siamo anche convinti che la linea del Pd sia quella giusta per rilanciare la Rai prendendo atto dell’esigenza di un modello nuovo di servizio pubblico che faccia decollare l’azienda. Non esiste alcun servizio pubblico in Europa e un direttore generale senza pieni poteri e un Cda che assomiglia più a un ‘parlamentino’ che ad un organo di gestione di un’azienda come quello che abbiamo in Italia “. Il servizio pubblico ” è una risorsa preziosa per il nostro Paese e la riforma è la sfida giusta “. Quanto alla presidenza della commissione di Vigilanza, “d a mesi chiediamo il rispetto delle prerogative dell’opposizione di indicare il nome e di vederlo eletto “. E “per il bene della Rai sarebbe saggio rendersi disponibile da parte della maggioranza a una riforma, perchè con l’attuale meccanismo di governo la Rai soffre di inefficienza e paralisi. Più potere ai vertici e chiudere l’esperienza di un Cda che è come un ‘parlamentino’. Bisogna liberare il Cda dall’interferenza dei partiti, puntare quindi a un modello di terzietà come fosse un’Authority, e dare più poteri al direttore generale “.
Vigilanza Rai: undicesima fumata nera. Parla Giovanna Melandri

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