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23 Ottobre 2008 | Attualità

Spesa bio passa dal web

                          Se la spesa nei supermarket su internet non sembra convincere più di tanto gli italiani, la tendenza degli ultimi anni a cercare la sicurezza alimentare nell’agricoltura biologica o nelle produzioni locali pare invece prendere piede anche sul web, dove sempre più famiglie acquistano frutta, verdura, carne e altri prodotti ‘sani’. Nel 2007, dice un rapporto del Sinab, una banca dati del Ministero dell’Agricoltura specializzata in biologico, gli acquisti ‘bio”‘ sono aumentati complessivamente in Italia – il più grande produttore europeo bio-agricolo – del 10%, mentre nel primo semestre di quest’anno la crescita è stata più contenuta ma comunque solida: il 6% . Ma secondo Bio Bank, un centro di ricerca privato, le vendite dirette di prodotti da parte degli operatori bio – dunque non quelle che passano attraverso la distribuzione ordinaria – sono cresciute a un tasso maggiore, nel 2008: del 17%, con un rialzo di ben il 92% in cinque anni. Gli operatori del biologico che si sono dati all’e-commerce, dice sempre Bio Bank, sono aumentati in due anni, dal 2005 al 2007, del 20%, passando da 88 a 106. Questi dati però non tengono conto delle vendite attraverso i sistemi di ‘mailing list’ che sempre più produttori adottano per soddisfare le necessità di un numero crescente di clienti, che acquistano sia con la formula dei ‘cassettoni’ – panieri completi preparati dal produttore – che con la scelta dei singoli prodotti. O dei “gruppi d’acquisto” che vedono diverse famiglie riunirsi per fare ordini di grosse dimensioni, puntando anche al risparmio. Bisogna dire però che la cornice generale in cui si muovono il bio o la ‘filiera corta’ – le vendite dirette o quasi dai produttori agroalimentari ai consumatori – online è quella di un settore, il grocery, che in Italia rappresenta ancora solo l’1% circa del commercio web, secondo uno studio del Politecnico di Milano del 2007.        

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