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31 Ottobre 2008 | Attualità

Quotidiano di Berlino boccia il Festival del Film di Roma e la gestione di Alemanno

Il Festival Internazionale del Cinema di Roma, che sta per chiudere la sua  terza edizione, ha perso lo ” splendore degli anni scorsi “: lo scrive oggi il quotidiano tedesco Tagesspiegel. ” Nelle passate edizioni, qualcuno pensava che il Festival di Roma potesse rubare il posto a quello di Venezia – osserva il quotidiano tedesco -. Ora, l’evento appare improvvisamente ridimensionato “. In particolare, il Tagesspiegel sottolinea che i film presentati sono ” noiosi da morire” e parla di ” completa miseria “. La causa del peggioramento, secondo il giornale, è da ricercare nella politica della “neo amministrazione postfascista della capitale italiana “. ” Il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno (An), ha nominato il nestore italiano della critica cinematografica Gian Luigi Rondi, di 86 anni, a capo del Festival, perché rendesse il festival autoctono e italiano “. Il film di inaugurazione del Festival, ‘L’uomo che amà, di Maria Sole Tognazzi, ha dimostrato i risultati: ” autoctono e italiano, ma anche noioso da morire “, commenta il quotidiano. In effetti l a gestione di Alemanno ha introdotto parecchie novità, bocciate o quanto meno discusse da molti. Il neo sindaco romano ha voluto limitare i film in concorso: “a quelli italiani, prodotti in Italia, per promuovere la nostra cinematografia, non le star di Hollywood”. Il regista Pasquale Squitieri, scelto per  rappresentare il comune nella Fondazione Cinema per Roma, ha speso parole dure per le scelte di Alemanno: “ Oggi il cinema italiano neanche esiste più. E dunque cosa festeggiamo? Nicole Kidman o Leonardo Di Caprio? Quella della Festa di Roma è una brutta storia: Roma è sempre stata la città del cinema. Quando si gira per il mondo, cinema in Italia significa Cinecittà e, quando si parla di mostre del cinema, subito si pensa a Venezia. La Festa di Roma non ha senso se non viene neanche invitato il meglio del cinema italiano. E restano fuori dalla porta, per esempio, personaggi del calibro di Milena Canonero, tre volte premio Oscar per i costumi. “

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