L’opposizione si fa prendere in contropiede ogni volta che la comunicazione alza i toni. Politica è fare le cose, ma anche farle sapere, creare un clima favorevole intorno alle proprie idee sapendole raccontare. La politica degli spot è una vergogna. Ma la politica che non sa comunicare non sempre è meglio. Dalla commissione di vigilanza Rai fino all’Iva per Sky, il centrosinistra ha dimostrato di non avere capito niente di come funziona la comunicazione di questo secolo. E soprattutto la leadership non sembra rendersi conto che Berlusconi quando alza le palle, in una metafora pallavolistica, sa bene di avere un muro ben più resistente di chi farà la schiacciata dal campo avverso. E il PD, in particolare, continua a cascarci. La vicenda Sky è un parossismo di sottovalutazione. Politica, prima di tutto. Se uno ha Sky e problemi con un aumento del 10% d’imposta, farebbe bene rivedere le sue priorità in fatto di spesa. Nella comunicazione l’opposizione ha urlato come nemmeno i leghisti fanno contro i musulmani, con all’orizzonte una brutta figura annunciata. E quando si urla spesso non si capisce la sostanza di quello che uno dice. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che l’unione d’immagine con Murdoch era una follia? Nessuno ha guardato l’evoluzione nazionale e internazionale dell’imposizione fiscale? Sul piano della comunicazione, l’unica cosa sensata era, all’ombra del conflitto di interessi, chiedere un contemporaneo allineamento dei canoni di concessione governativa. Cioè dei soldi che le Tv, e quindi anche Mediaset, pagano per utilizzare le frequenze che sono un bene pubblico dello Stato. Un canone che costa alle reti italiane anche un decimo rispetto agli altri paesi europei. Comunque andava a finire sarebbe stato un successo. Si deve aggiornare l’Iva per la Tv? Va bene, ma aggiorniamo anche i canoni di concessione. E non per ripicca, ma perché era una logica conseguenza su cui il governo era costretto a rispondere. Facile, comprensibile a tutti. E peraltro non si poteva perdere. Poi sarebbero stati gli abbonati Sky ad arrabbiarsi con il governo, se era il caso, per l’aumento dell’Iva. Ci avrebbe pensato Sky a strillare contro il provvedimento. A proposito, perché Sky strilla? Possibile che un aumento del 10% possa provocare un’emorragia di abbonati? L’Iva a Sky, essendo un’azienda, non costa nulla, è un giroconto. L’unico danno che ne può avere è se qualche abbonato non rinnova a causa dell’aumento del costo mensile. E qui torniamo al punto iniziale: se per colpa dell’aumento di Sky non puoi più comprarti la pasta, forse Sky non deve essere nelle tue priorità di spesa. Ma mica per quel 10%, per l’altro 90! Murdoch, credeteci, non per questo verrà a casa invocando i vostri maccheroni in preda alla fame. E più in generale: nessuno guarda la Tv nel centrosinistra? l’unica fonte di informazione di massa degli italiani. Nessuno vede Bonaiuti, Bondi o Ronchi che ripetono le stesse frasi qualunque sia la domanda che gli viene fatta? Mica sono scemi, stanno utilizzando il mezzo nell’unico modo in cui serve: un solo concetto ripetuto all’infinito. E’ un modo orribile di fare politica? E quindi? Per questo Bonaiuti non viene più intervistato? Per questo non vince le elezioni? Quando vedete il pastone politico al telegiornale, di ogni intervista valutate se ha apportato qualcosa o no alla conoscenza della notizia. Se quella intervista non c’era vi mancava qualcosa come informazione? Vedrete che quasi sempre la dichiarazione era inutile. Ancora: ci sono mai brutte notizie sul fronte istituzionale tra le notizie del TG1? Non dico critiche, ma brutte notizie. Fateci caso. Se l’inflazione scende è un bene. Se sale anche. Non è mica sbagliato, c’è del bene in erntrambi i casi, ma l’ottimismo nelle reti Rai era di casa già ben prima che lo chiedesse Berlusconi. Addirittura più che Al Tg5. E gli approfondimenti? Sono scomparsi dalla Rai e soprattutto da Mediaset. Il servizio pubblico dovrebbe fare tre programmi come Report al giorno. Invece fa i pacchi come le reti private. E a Mediaset i giornalisti proprio in queste ore protestano perché tutti i magazine di approfondimento sono scomparsi. Questa è la Tv in Italia. Sia chiaro, non è che ci sia dietro un Minculpop occulto, è che i formati e la competizione richiedono che l’informazione non ci sia o sia fatta così per fare ascolto. Con queste strutture di telegiornali in cui il delitto di cronaca conta più dei grandi eventi internazionali non si può pretendere poi di fare discorsi complessi ai telespettatori: fate attenzione agli aggettivi della cronaca. Quando tutto diventa orrore (l’ospedale degli orrori, la casa degli orrori, il delitto efferato), la politica ci scorre sopra come l’acqua sulla pietra liscia. Quando un uomo non ha solo accoltellato la moglie, ma “l’ha aggredita selvaggiamente colpendola numerose volte davanti agli occhi terrorizzati del figlio in un massacro annunciato…” …fino a quando non si cambia questo, gli unici a dare concetti comprensibili in Tv saranno Bonaiuti e i suoi emuli, e tutto il resto ci sembrerà una sciocchezza. Quando il clima e la fruizione culturale dei media è questa è più facile comprendere perché le pallide critiche di giornali come il Corriere della Sera e La Stampa fanno infuriare il presidente del Consiglio. Quando tutto è piatto l’increspatura sembra uno tsunami. E per una formica lo è. Solo una questione di punti di vista. O di statura.
Figuraccia annunciata

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