Il governo neozelandese, pronto a combattere la pirateria online con i metodi studiati attualmente in Francia, vale a dire con la risposta graduata che prevede la sospensione della connessione internet per i pirati recidivi, ha abbandonato il progetto e ha cominciato ad ascoltare le voci contrarie. Il mese scorso, a qualche giorno dell’entrata in vigore della Section 92A, quella che potrebbe essere definita come la ‘risposta graduata francese’, il governo aveva deciso di posticipare di un mese la decisione finale, al fine di dare agli oppositori la possibilità di fare sentire la loro voce. Senza attendere il 27 marzo, la Nuova Zelanda ha deciso di prendere in considerazione le argomentazioni avanzate da coloro che si dichiarano contrari alla Section 92A e di abbandonare l’idea di applicare le sanzioni che essa prevede. Le dichiarazioni del Ministro del Commercio Simon Power: “ Permettere alla Sezione 92A di entrare in vigore nella forma attuale non sarebbe certamente appropriato, date le numerose incertezze che riguardano le sue operazioni ”. La lotta alla pirateria sul web non attutisce un colpo d’arresto, ma cambia semplicemente strategia, poiché la sospensione dell’abbonamento internet non rappresenta la soluzione più adeguata al problema dei download illegali. Con questa decisione la Nuova Zelanda segue la linea intrapresa dalla Gran Bretagna e lascia la Francia in una posizione piuttosto isolata con la sua legge, non del tutto approvata, Hadopi.
Nuova Zelanda cambia approccio contro la pirateria

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