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25 Marzo 2009 | Attualità

Saviano torna in tv, ospite di Fazio

Roberto Saviano sarà ospite della puntata speciale di Che tempo che fa in onda questa sera su Raitre alle 21.10. Lo scrittore napoletano sarà il protagonista dello show di Fabio Fazio, affiancato per l’occasione dal romanziere americano Paul Auster e dall’intellettuale israeliano David Grossman. Saviano, che dalla pubblicazione del suo libro Gomorra (maggio 2006) capeggia le classifiche della narrativa italiana, torna in tv dopo 2 milioni di copie vendute e un film tratto dal suo romanzo. Ma, soprattutto, dopo essere divenuto simbolo-simulacro della lotta alla camorra. La prima parte del programma sarà dedicata al Saviano romanziere , con un monologo sulla potenza della parola scritta e sulla sua forza dissacrante. La seconda ora vedrà invece Fazio e il ragazzo campano alle prese con un’intervista sui gangli della criminalità organizzata , l’impegno nel combatterla e il ruolo della scrittura come arma militante. In questa fase interverranno anche Auster e Grossman , due autori che da sempre sanno applicare alla narrazione arguzia e critica sociale, impegnati uno nel decifrare il lato oscuro dell’America contemporanea,  l’altro la complicata situazione dei conflitti mediorientali. L’intervento di Saviano non mancherà di suscitare polemiche e osservazioni critiche, anche da parte dei compagni di lotta dello scrittore, sotto scorta ormai da due anni e mezzo: “ Spero che Roberto Saviano riesca a liberarsi dal personaggio che gli è stato appiccicato addosso, icona del professionista anticamorra – ha dichiarato Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo in prima linea nella lotta alla mafia – È opportuno utilizzare i media per poter lanciare messaggi positivi soprattutto ai giovani, ma non bisogna apparire come coloro che vogliono fare professionismo. Saviano ha dimostrato di essere bravo e intelligente. Immagino che riuscirà ad avere un livello di consapevolezza tale da poter rilanciare d’ora in avanti la sua immagine ” Non si vorrebbe, insomma, che il simbolo fosse di comodo proprio alla criminalità organizzata e divenisse un espediente utile all’opinione pubblica per chetare coscienze e spirito critico. Anche perché, un altare sovraesposto guadagna in aura ma si svuota della sua forza d’urto, divenendo facilmente aggirabile.  Osservare le istituzioni plaudere alla faccia azzimata e coraggiosa di Saviano, mentre ignorano le sempre più capillari infiltrazioni mafiose al nord, con legami inquietanti con gli appalti delle strutture per l’Expo 2015, dovrebbe risultare grottesco anche per i sostenitori dell’autore di Gomorra. Speriamo che l’immagine televisiva non abbia ancora una volta il sopravvento sul reale, autocelebrandosi e al tempo stesso annullando il proprio valore. 

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