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29 Luglio 2009 | Attualità

Nel pacchetto Sky arriva la maestra Baby Tv

Tv per tutti i gusti ma, soprattutto, tv per tutte le età. Da sabato arriva sul canale 620 di Sky la nuova Baby Tv, pensata e sviluppata per il pubblico infante della fascia 0-3 anni d’età. Nata in Israele nel 2003, fondata da Lilian Talit e Ron Isaak, nel 2007 ha cominciato a trasmettere in Gran Bretagna. Nell’ottobre 2008 è stata acquistata da Fox e ora approda sul satellite italiano. Niente pubblicità né informazioni commerciali, programmi realizzati con la consulenza di un team internazionale di psicologi dell’età evolutiva, linguaggio semplice che inviti all’interazione, storie a episodi molto brevi, finalità di apprendimento primario e svago: queste le peculiarità della rete, destinata fin da subito a sollevare interesse e perplessità Se è vero che i neonati e i bambini fino a tre anni, non essendo potenziali acquirenti, sono ignorati dai dati di ascolto, è altrettanto vero che Baby Tv coinvolge direttamente i genitori , loro sì mercato appetibile, influenzabile e quanto mai redditizio. Gli scettici si attendono dunque una qualche forma di marketing sotto traccia , escludendo come detto gli spot tradizionali, anche perché il canale resta un’impresa commerciale finalizzata al profitto. Profitto che potrebbe derivare dalla vendita del prodotto nei pacchetti Sky, che comprendono però anche altre reti. E quindi, ai genitori davvero intenzionati a chetare i piccoli figli con dosi di cartoon e format specifici e rassicuranti, serve un abbonamento alla piattaforma di Murdoch e alla sua più ampia offerta. I responsabili della tv per piccolissimi promettono “una programmazione innovativa che favorisca nel bambino l’apprendimento e la consapevolezza di sé , stimolando la creatività e sviluppando la capacità d’immaginazione”, cercando di allontanare dalla propria iniziativa la scomoda etichetta di baby-sitter catodica, soluzione per altro comune in molte famiglie italiane, dove il 96% dei bambini in età prescolare guarda la televisione per più di un’ora al giorno (dati Istat). Il Moige (Movimento italiano genitori) si dice preoccupato per “ i gravi rischi inerenti la crescita fisica e psicologica di neonati e bambini fino ai 36 mesi” ma Sky replica, non a torto, che il nuovo canale andrà ad integrare un segmento nel quale è già attivo da anni un canale Rai, Raisat YoYo. Le previsioni apocalittiche sul mezzo televisivo sono vecchie di almeno mezzo secolo, e non è il caso di rispolverarle. Riguardo lo sfruttamento commerciale del pubblico più piccolo (per via diretta o indiretta), basta fare un salto indietro nei primi anni Ottanta, per accorgersi che l’idea non è affatto nuova. Quanto allo schermo tv che assurge (o dovrebbe assurgere) al ruolo di prima maestra d’infanzia, basterebbe rileggere, tra i tanti, George Orwell e il suo 1984. Prima di diventare genitori.  

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