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5 Febbraio 2010 | Attualità

Web, caccia all’anonimato

L’Australia vieta post online non identificabili nel periodo elettorale. Gli editori perseguibili. L’Italia contro i provider. Tempi burrascosi per internet, con nuove leggi che provano ad arginarne le derive endemiche. L’ultimo provvedimento in merito è australiano e vieta commenti anonimi dal contenuto politico in tempo di campagna elettorale. Ogni utente deve fornire nome, cognome e indirizzo e-mail per poter esprimere il proprio parere sui siti dei quotidiani o su un proprio spazio web. Gli editori che ospitano post non identificabili sono passibili di multa quanto gli internauti trasgressori. La norma, approvata lo scorso 6 gennaio, ha provocato polemiche e imbarazzi all’esecutivo di Canberra , che ora pensa di abrogarla. Ma è ormai in corso uno scontro aperto tra le istituzioni e la rete, mentre in Italia il decreto Romani mira a punire provider e portali che delinquono (indirettamente) fornendo linea e spazio agli internauti indisciplinati. D’altrone, il potere è nulla senza controllo.

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