E’ necessario, a fronte dei 10 miliardi di euro persi nel 2008 a causa della pirateria digitale, un intervento per regolamentare la fruizione di contenuti in rete. E’ quanto ribadito dall’Agcom, che ha presentato uno studio sul diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, all’interno del quale vengono disegnati due possibili scenari per il futuro prossimo. Presupposta una crescente penetrazione della banda larga e un’accelerazione del passaggio al digitale, nel primo caso, a fronte di una stima di crescita del file-sharing, dal 2008 al 2015, a un tasso annuale di oltre il 18%, la pirateria causerebbe una perdita di 32 miliardi di euro e di 610mila posti di lavoro . Nel secondo caso, si ipotizza che la crescita della pirateria segua i trend globali di traffico IP dei clienti in Europa, tenendo conto tanto dello streaming online che del file sharing. A fronte di una crescita prevista del 24% di questo traffico, dal 2008 al 2015, le perdite causate dalla pirateria ammonterebbero a 56 miliardi di euro e a oltre 1 milione di posti di lavoro . L’Agcom si propone in uno scenario di questo tipo come autorità alla quale i provider inviino periodicamente i dati sul traffico , anonimi e aggregati, per stimare il fenomeno della pirateria e come parte attiva nella rimozione degli illeciti e nel monitoraggio costante della rete. L’autorità propone infine di istituire e si candida a presiedere un tavolo di dialogo con tutte le parti coinvolte.
Agcom contro pirateria digitale

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