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20 Maggio 2010 | Attualità

Santoro abbandona la trincea

L’addio inatteso di Michele Santoro agli studi Rai, almeno in veste di dipendente a tutti gli effetti, ha provocato un domino di reazioni tra colleghi, collaboratori, politici. A dire la sua è stato anche il giornalista ideatore di Annozero. “Non potevo continuare a lavorare accerchiato come il generale Custer. Non si può vivere bene in un’azienda che ti considera un nemico interno. Se digito il mio nome sulla banca dati Rai esce fuori l’espressione ‘in causa’” , ha detto ieri Santoro. Il conduttore ha rilanciato al mittente le accuse di abbandono della nave. Certo, il nuovo contratto gli permetterà ingenti guadagni in tempi brevi (una consistente buonuscita e un contratto di collaborazione esclusiva con Viale Mazzini per i prossimi due anni, valore complessivo intorno ai 10 milioni di euro). Ma Santoro lamenta un totale disinteresse da parte dell’azienda , ricordando che la sua scelta è stata “condivisa da tutti. La sinistra nel Consiglio Rai non si è opposta… E nemmeno il presidente Paolo Garimberti…” Sarcastico il commento di Bruno Vespa: “ Per Michele essere perseguitato si è rivelato un affare […]. E pensare che a me, dopo 39 anni in azienda, nel 2001 toccarono 300 milioni di buonuscita, corrispondenti agli attuali 150mila euro” Il conduttore di Porta a Porta dice comunque di essere contento della permanenza in Rai del colega, nel nuovo ruolo di ‘documentarista’ Più preoccupati Gad Lerner e Lucia Annunziata. “Mi auguro che questo diverso contratto non significhi l’abbandono della conduzione di Annozero o comunque la chiusura di uno spazio prezioso di pluralismo culturale” , dice il giornalista di La 7, mentre Annunziata crede che “l’azienda perderà molto con questo accordo”.

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