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7 Settembre 2010 | Attualità

Vallanzasca, dopo le polemiche, sveglia Venezia

Il lato oscuro molto pronunciato (op. cit.) di Renato Vallanzasca è stato il vero protagonista degli ultimi due giorni del Festival del cinema di Venezia. Dopo la polemiche insistite, pubblicitarie, politiche, scontate, la pellicola è finalmente arrivata in sala, così che gli spettatori del Lido potessero tornare a parlare di cinema e verificare le derive sociologico-filosofiche sull’annosa questione della rappresentazione del male. Kim Rossi Stuart, cui è toccato il non semplice compito di interpretare la figura del criminale milanese, si dimostra a suo agio nei panni del bandito con accento meneghino, trasferendo sul grande schermo una delle tante contraddizioni del personaggio protagonista: bellissimo e crudele . Il Bel René messo in scena da Michele Placido è una versione appena più romanzata di quella reale, che vive in stato di semilibertà al carcere di Opera. “ C’è chi nasce ladro – dice Vallanzasca nel corso del film -. Non sono una vittima della società, avrei potuto fare altro”. Un’etica perversa perseguita fino in fondo, tra sequestri, trattamenti d’eccezione per le vittime degli stessi, uccisioni cruente, conflitti a fuoco con le forze dell’ordine, che la pellicola narra in modo accattivante. Gli angeli del male, come dice il titolo. Ma l’apologia mitica sta altrove: il vero cuore del romanzo in immagini è il confine labile della morale ribaltata dei banditi della Comasina che divide sopravvivenza e atrocità, violenza e ‘stile’ Il male affascina , negarlo sarebbe sciocco. Il pubblico presente alla prima proiezione ha reagito con applausi convinti sui titoli di coda. Comprensibili le proteste dei parenti delle vittime di Vallanzasca , morti a difesa di una causa più nobile (ma, comunque, in un gioco di ruoli straziante, più vicini a Vallanzasca di chiunque altro). Meno comprensibili le diatribe dal taglio politico, con parlamentari cui sembra essere invisa la storia, registi che perdono le staffe troppo facilmente (“ Non assolvo Vallanzasca, ma in Parlamento c’è di peggio” ha detto nei giorni scorsi Placido) e alte cariche dello Stato a giocar con la retorica a grana grossa ( “Placido pensi alle vittime” , ha detto Franco Frattini). Tutto questo per un criminale che, arrestato nel pieno degli ‘anni di piombo’, a chi gli chiedeva se intendesse dichiararsi prigioniero politico rispose sardonico: “Ma non dite cazzate” Non riuscire a fare i conti con il proprio passato e le nefandezze dei propri lati oscuri, quanto meno per fiction, resta una debolezza imperdonabile. Un’idiosincrasia italiana che il cinema può solleticare, ma che va risolta altrove.

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