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19 Ottobre 2010 | Attualità

Saviano a rischio, il grido d’allarme di Fazio

Vieni via con me , programma ideato Fabio Fazio e Roberto Saviano per Rai 3, è a rischio. La prima puntata, con Roberto Benigni come ospite prefissato, potrebbe saltare a causa dei malumori in Viale Mazzini. La dirigenza Rai avrebbe dunque un altro pesante nodo da sciogliere, dopo quelli di Michele Santoro (Annozero) e Milena Gabanelli (Report). “Così non si può andare in onda” si lamenta Fazio, spiegando che il network pubblico non ha ancora dato il via libera ai contratti per gli ospiti di Vieni via con me , tra cui Antonio Albanese, Paolo Rossi e lo stesso Benigni. “ A tre settimane dalla messa in onda – prosegue il conduttore -, Endemol Italia non ha ancora il contratto, gli ospiti non hanno ancora il contratto. Non ci sono giustificazioni di natura economica: evidentemente è un momento in cui la tv non può permettersi di raccontare la realtà”   L’allarme, dunque, è lanciato. “Lo abbiamo già detto prima dell’estate: i programmi o si fanno bene o non si fanno, le vie di mezzo non esistono. Ci siamo messi a lavorare e abbiamo raccontato per filo e per segno all’azienda la trasmissione, nella quale Saviano avrebbe voluto parlare di mafia e politica, di emergenza rifiuti, di carceri, di ricostruzione all’Aquila , di delegittimazione e macchina del fango. Capisco che sono argomenti che fanno paura” I tentennamenti dell’azienda, però, proseguono, e certo il clima teso degli ultimi giorni non aiuta a trovare una soluzione rapida: “ Senza ospiti il programma non si può fare , c’è un limite oltre il quale non si può andare”.   La Rai, per mezzo del direttore generale Mauro Masi , smentisce in maniera decisa la notizia sulla sospensione dei contratti degli ospiti di Vieni via con me : “Non c’è alcuno stop, ma soltanto un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti, come giusto che sia, in merito a richieste economiche per la Rai molto significative” .   Di diversa opinione l’agente di Roberto Benigni, Lucio Presta , secondo cui il suo assistito ha chiesto un compenso “molto al di sotto di quello abituale” , cui la Rai ha poi chiesto un’ulteriore decurtazione. La strategia di Masi sarebbe dunque “una scusa” per intralciare il programma.

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