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9 Novembre 2010 | Attualità

Ricerca, Facebook non piace ai datori di lavoro

I datori di lavoro italiani non amano Facebook. Lo rivela una ricerca commissionata dall’azienda informatica Cisco, in base a cui la metà dei dipendenti nostrani non è autorizzato a usare il social network più famoso del mondo sul luogo di lavoro. L’indagine, condotta in 13 nazioni di Europa, Asia, America e Oceania, mostra un atteggiamento più restrittivo delle aziende italiane rispetto alla media complessiva. L’accesso a Facebook é vietato al 52% dei dipendenti italiani contro una media del 41%.   Il divieto per Twitter raggiunge invece il 36% a fronte del 35% internazionale. A non essere bene accetti negli uffici italiani non sono però solo i social network. Il 29% non può usare i servizi di instant messaging (la media è del 28%), e il 26% ha delle limitazioni sull’invio di e-mail personali da dispositivi aziendali e durante le ore lavorative (contro il 21%).   Il divieto si estende anche all’iPod, vietato al 24% dei dipendenti italiani, e a dispositivi personali come i Pc portatili e i telefonini, off-limits per il 23%, mentre in entrambi i casi la media si ferma al 18%. La stessa indagine sembra tuttavia giustificare, almeno in parte, le limitazioni imposte dalle aziende.   I dipendenti italiani risultano infatti molto inclini a indugiare in quelle attività che sottraggono tempo al lavoro come telefonare, controllare la posta privata, fare shopping online e giocare con i videogame. Il 62% dedica a queste occupazioni personali fino al 24% della giornata lavorativa, il 14% concede dal 25 al 49% del tempo passato in ufficio e il 9% arriva addirittura fino ai tre quarti delle ore lavorative. La media complessiva è in tutti e tre i casi più bassa, rispettivamente del 59, 13 e 7%

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