A un anno dalle schermaglie che avevamo portato temporaneamente Google fuori dalla Cina, si riaccende lo scontro fra il colosso californiano e Pechino. Oggetto del contendere, questa volta, il servizio di posta elettronica Gmail , che da due settimane è inaccessibile alle centinaia di migliaia di utenti cinesi che lo utilizzano. Secondo Mountain View si tratterebbe dell’ennesima mossa governativa mascherata da attacco informatico. ” Non ci sono problemi dal nostro lato; abbiamo fatto controlli approfonditi. Si tratta di un blocco governativo , accuratamente configurato per far sembra Gmail responsabile” , ha dichiarato senza mezzi termini BigG. Questa affermazione è destinata a fare da apripista all’ennesimo braccio di ferro : l’anno scorso, infatti, le insinuazioni sugli hacker erano stati uno dei motivi, con il blocco dei filtri, a scatenare la reazione di Pechino. L’accusa del gruppo statunitense appare tutt’altro che infondata, essendo la censura online presente in Cina da tempo per controllare le informazioni che circolano in rete.

