Twitter, croce e delizia delle celebrità. Il microblog, spesso utilizzato dai Vip per tenere vivo il rapporto con i fan, sta scatenando il panico nel Regno Unito. Il responsabile è un utente anonimo che con l’account InjunctionSuper e il nome di fantasia Billy Jone ha iniziato a svelare tutti gli scheletri nell’armadio delle star d’Oltremanica. I segreti, la maggior parte dei quali a sfondo sessuale, erano coperti dalla super-injunction , ovvero da un bavaglio alla stampa acquistabile in Gran Bretagna per la modica cifra di 100 mila sterline. La legalizzazione, in sostanza, dell’attività che Fabrizio Corona portava avanti da privato e a scopo di lucro (personale). Il dibatto è quindi aperto: è Twitter da ritenersi un media soggetto a regole di questo tipo? Il diritto alla privacy delle star, e di chiunque altro, può/deve giustificare la rimozione di contenuti da una piattaforma non editoriale. E, allargando il discorso, da un piattaforma editoriale (testate giornalistiche online/offline)?
Twitter sfugge al bavaglio britannico

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