Google prima ha perso la gara per le licenze delle tecnologie Nortel, battuta da Apple. Poi è stata scalzata da Microsoft nella corsa ad altri quindici brevetti. La guerra del copyright tecnologico, insomma, è al suo apice. E così la società di Mountain View passa al contrattacco, affermando di sentirsi sotto il tiro della concorrenza. La causa del cono d’ombra che di recente ha avvolto Google , secondo gli stessi dirigenti della compagnia californiana, sarebbe il successo mondiale di Android, sistema operativo mobile più venduto sul mercato smartphone, che spaventa gli avversari. Secondo gli avvocati del motore di ricerca, ci sarebbe una “campagna ostile organizzata” dagli altri colossi di settore, come Oracle, Apple e Microsoft. Google ha fatto sapere di voler rispondere per le rime, ossia con querele e un attento monitoraggio dei suoi brevetti per evitare che vengano sfruttati dalle altre società. La disputa movimenterà l’autunno, mentre il lancio dei nuovi dispositivi rimetterà al giudizio del mercato le scelte strategiche dei marchi più prestigiosi.
Brevetti, una faida senza fine

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