Giorni difficili per Facebook. Il flop a Wall Street ha fatto arrabbiare gli investitori : oggi il titolo ha aperto in positivo (+3%), ma le perdite dei primi due giorni di quotazione restano consistenti, così gli azionisti hanno deciso di avviare una causa collettiva contro Mark Zuckerberg (fondatore e ceo del sito) e Morgan Stanley (banca che ha seguito l’approdo in Borsa). L’accusa è di non aver comunicato tempestivamente il taglio delle stime di crescita del social network. Morgan Stanley, che per settimane aveva spinto ad alzare il prezzo delle azioni Facebook , fino ad arrivare a 38 dollari per titolo, a poche ore dalla quotazione ufficiale a New York aveva ridotto i margini di guadagno previsti per il social network. Per gli investitori, però, era troppo tardi: molti avevano già in tasca le azioni Facebook. Per questo, il debutto sui mercati non è stato male, con la valutazione della società salita a 104 miliardi di dollari, ma già al secondo giorno di contrattazioni (lunedì 21 maggio) il titolo ha subito una svalutazione, per poi piombare ancora più in basso nelle ore successive. A guidare la class action è lo studio legale Robbins Geller, specializzato in risarcimenti miliardari , che ha messo sotto tiro anche Nasdaq Omx Group, società che controlla l’indice dei titoli tecnologici a Wall Street. Le cose, per Facebook e i promotori della scommessa borsistica, si complicano, mentre gli altri protagonisti della web economy stanno a guardare, pronti a trarre vantaggio dalle difficoltà del sito più popolare al mondo.
Una class action minaccia Facebook

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