Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

17 Ottobre 2012 | Innovazione

Nuvole per tutti? L’Italia Ict va a due velocità

Il presente delle imprese italiane parla già la lingua della unified communication and collaboration , ovvero dei sistemi unificati di comunicazione (interna ed esterna) che favoriscono il lavoro dei dipendenti e la collaborazione tra azienda e clienti. Le tecnologie informatiche, le piattaforme mobili e i sistemi cloud non sono più novità per pochi eletti. Uno sguardo attento alla realtà italiana, però, ci aiuta a fotografare meglio la situazione di un mercato in evoluzione ma tutt’altro che uniforme.   L’adozione di sistemi di unified communication cresce lentamente (+3% annuo, per un valore complessivo di 200 milioni di euro circa) e non comporta la dismissione delle vecchie piattaforme (come il telefono fisso). “Nell’impresa italiana convivono dispositivi vecchi e nuovi – dice Daniela Rao, vice-presidente di Anfov -. Questo scenario di coesistenza è sì in evoluzione, ma un’evoluzione lenta, che non comporta la dismissione totale dei vecchi dispositivi. A seconda delle realtà lavorative che si prendono in considerazione, si nota l’adozione dell’apparato di tecnologie che risulta più comodo”   In Italia si contano circa 40 milioni di dispositivi di tutti i generi: dal vecchio telefono fisso allo smartphone, dal computer da scrivania all’ultimo dei tablet. Sono oltre 23 milioni i lavoratori che si servono di questa variegata gamma di ammennicoli tecnologici. “In questa situazione di mercato misto si distinguono tre tipologie di piattaforme – spiega ancora Rao -: quelle basate sui servizi a licenza, soluzioni vendute tramite reti di partner; quelle basate su servizi di hosting, magari personalizzati, con la gestione affidata a fornitori esterni capaci di dare supporto in remoto o in loco; infine quelle di cloud computing, con tutte le diverse offerte e opzioni di pagamento” . Un mondo variegato di soluzioni tecnologiche che aiutano la gestione e lo sviluppo delle compagnie, ma che ancora non viene sfruttato a pieno dalle aziende stesse: “Se da una parte la crisi spinge a cercare e sperimentare nuovi strumenti, è vero che le piccole imprese puntano a software e servizi gratuiti, o dai costi molto ridotti. Generalmente, ad esempio, si affidano a tecnologie di unified communication per la gestione di archivi e file, mentre i servizi vocali si basano su piattaforme mobili (smartphone o normali cellulari)” , spiega la vice direttrice di Anfov. Così facendo, però, le Pmi rallentano il loro processo di innovazione.   Il vero motore del cambiamento e del mercato sono le medie e grandi imprese , che “puntano a una strategia che favorisca velocità, efficienza e fluidità della comunicazione aziendale” e anche per questo abbandonano le vecchie tecnologie in favore delle nuove. “Con una maggiore efficienza si riducono i costi, si ottengono maggiore collaborazione (tra lavoratore e lavoratore ma anche tra dipendente e cliente) e maggiore flessibilità” , conclude Rao. E’ difficile pensare a un salto in avanti qualitativo e produttivo delle imprese senza considerare l’integrazione di sistemi di social web, di video-comunicazione e di comunicazione in tempo reale di vario genere.    Impossibile negare che l’Italia viaggi a due velocità distinte : un’eccellenza che già ha svoltato vero l’hi-tech aziendale, magari senza gettare nel cestino fax e centralino, e una maggioranza di piccole imprese restia a investire, che al massimo punta su licenze canoniche (nel 66% dei casi) e su sistemi semplici in gestione a terzi. Il cloud, a oggi, è quasi ignorato, ma potrebbe essere la via del prossimo futuro. Anche per non rimanere isolati dagli uffici oltreconfine.        * I dati presentati nell’articolo fanno riferimento all’Osservatorio Unified Communication & Collaboration 2012 presentato da Anfov – Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione.

Guarda anche:

boy-horse-mongolia-Kanenori

Nasce il naMec, per studiare la Mongolia dall’Italia

A metà fra le università di Firenze e Parma è il primo centro interuniversitario italiano rivolto al paese asiatico ma anche alle questioni del nomadismo, anche in relazione al cambiamento climatico...
GIOVE - 8385

Un’italiana a caccia di acqua nello spazio

Elena Pettinelli guida un team che punta a scoprire se la fonte primaria di vita per l'uomo sia presente anche sulle lune di Giove Penetrare il ghiaccio e trovare l'acqua sulle Lune di Giove. Ha...

Una benda ‘intelligente’ dai laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia

Di origine vegetale, biocompatibile e biodegradabile, è in grado di accelerare la guarigione delle ustioni, ma anche di differenti tipi di ferite come lacerazioni o ulcere cutanee. I risultati sono...