Si avvicina il giorno delle elezioni presidenziali americane , con i due sfidanti che si giocano gli ultimi assi negli scontri televisivi. Barack Obama e Mitt Romney sono stati protagonisti la scorsa notte dell’atteso secondo confronto in diretta nazionale, quello considerato decisivo per indirizzare gli Stati indecisi. Lo studio della Cnn, poco distante da New York, si è infiammato sotto la retorica sferzante di Obama, decisamente più reattivo rispetto al primo dibattito, quello di due settimane fa a Denver. Il presidente in carica ha ritratto lo sfidante come il candidato dei ricchi, mentre Romney ha definito fallimentari gli ultimi quattro anni di politiche sociali dell’esponente democratico. Obama ha puntato sul welfare, Romney ha risposto promettendo maggiore aggressività nella politica estera. La presentatrice Candy Crowley ha lasciato campo libero ai contendenti, che spesso hanno alzato la voce parlando in contemporanea. Il tutto di fronte a 70 milioni di telespettatori, che hanno assistito ancora una volta al rituale della politica spettacolo inaugurato nel 1960 da un giovane e imberbe John Fitzgerald Kennedy. Allora, il candidato democratico surclassò un impacciato Richard Nixon, assicurandosi il favore di molti americani. Difficile che Obama, nonostante la buona performance di ieri (secondo i sondaggi ha soddisfatto il 46% degli spettatori) riesca a staccare Romney (ieri meno brillante del primo atto, quando aveva convinto il 49% del pubblico e stracciato l’avversario). Probabilmente, la Casa Bianca sarà assegnata per una manciata di voti. Ma manca ancora un confronto tv. E nella società dell’immagine, il piccolo schermo può fare da bilancia elettorale.
Stati Uniti, elezioni da piccolo schermo

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