Un buon negozio virtuale di app può cambiare, in positivo, le sorti di uno smartphone o di un sistema operativo, nonché degli sviluppatori di software. Ma App Store di Apple, il più importante nel suo genere, è in realtà un circolo chiuso che premia un piccolo gruppo di programmatori: i 25 più importanti si prendono il 50% dei guadagni . Difficile infatti che gli utenti privilegino applicazioni indipendenti , anche a causa del design scelto da Apple, che mette in risalto i grandi produttori a discapito dei pesci piccoli. Su Google Play la situazione è simile. Niente di troppo nuovo, ma la ricerca di Canalys, da cui vengono i numeri citati, smonta il mito della tech-economy come mondo aperto alle novità e ai soggetti creativi. In venti giorni di analisi, i due negozi online hanno distribuito 120 milioni di dollari (nei soli Stati Uniti) agli sviluppatori. 60 sono finiti nelle tasche di marchi come Zynga, Electronic Arts, Disney, Rovio, Gameloft (e altri venti colossi di settore). Gli app store non sono – decisamente – un paese per piccoli.
App Store, una miniera d’oro per pochi

Guarda anche: