Il sondaggio lanciato la scorsa settimana da Facebook non ha raggiunto il quorum dei 300 milioni di votanti , così il social network abbandona per sempre le consultazioni pubbliche sui cambiamenti della sua policy. D’ora in avanti, Zuckerberg potrà fare esclusivamente di testa propria. E la cosa sembra non dispiacergli. Gli iscritti al sito erano chiamati a esprimere la loro opinione sul nuovo sistema di condivisione dei dati e sulla possibilità o meno di continuare i referendum sinora proposti da Facebook sui grandi cambiamenti del suo network. Per essere valida, la consultazione avrebbe dovuto coinvolgere almeno il 30% dell’utenza, cosa che non è avvenuta. Così il despota illuminato Zuckerberg dice addio alla democrazia 2.0 , s’immagina senza rimpianti: le questioni legate a privacy, gestione delle informazioni raccolte e articolazione dei diritti degli utenti, sono complesse e suscitano malumori tra gli internauti e le varie Authority mondiali. Meglio sbarazzarsi, almeno, del vociare degli utenti. Facebook non ha fatto molto per promuovere il referendum: ascoltare gli iscritti non conviene. Anche perché, tra i pochi che hanno compilato il questionario, l’88% si è opposto al cambio di regole e ha chiesto di preservare privacy e dati.
Facebook, goodbye alla democrazia

Guarda anche: