Solo un’occasione particolare, o un’emergenza, può unire Google, Facebook, Twitter, Microsoft e Yahoo!: è il caso della così detta legge Snooper , che presto potrebbe aumentare in maniera sensibile i controlli sul web britannico. Il Parlamento di Londra si troverà a discutere la proposta, che prevede tra le altre cose il tracciamento di tutte le e-mail che transiteranno sui server d’Oltremanica, non solo di quelle considerate sensibili. Secondo i big della rete, il progetto rischia di essere “inutilmente costoso e di difficile gestione” . In pratica, monitorare gran parte delle attività online degli inglesi sarebbe troppo complicato: così le aziende hanno negato la loro collaborazione, apriranno archivi e sveleranno dati solo su esplicita richiesta da parte della polizia. La tensione nel Regno Unito è altissima, dopo l’attentato di Woolwich: la sensazione di impotenza e totale imprevedibilità del pericolo (terrorista o meno che sia) ha portato il Governo verso un ulteriore inasprimento delle norme sulla sicurezza. Google & Co., però, ritengono impossibile l’adesione alla proposta di legge , che prevede la conservazione di tutte le informazioni raccolte sugli utenti britannici per dodici mesi, con grande rischio per la privacy, la libertà di espressione online e la tutela stessa dei cittadini. Il costo per la gestione delle infrastrutture avvicinerebbe i 2 miliardi di sterline e, mentre la crisi morde l’economia inglese, non bastano gli strepiti sul terrorismo per convincere i contribuenti della validità dell’impresa.
I big web contro vs i controlli online

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