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19 Luglio 2013 | Economia

Google e Microsoft deludono i mercati

Scricchiola la posizione di due grandi nomi del mercato internet: Microsoft e Google hanno chiuso il trimestre primaverile con numeri positivi ma al di sotto delle attese , innescando un circolo di reazioni negative, prima a Wall Street e poi tra gli addetti ai lavori. La compagnia di Windows ha registrato entrate per 19,9 miliardi di dollari tra aprile e giugno , in calo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2012. A penalizzare Microsoft è stato il taglio dei prezzi dei tablet Surface Rt, che ha negato incassi per 900 milioni di dollari, come previsto invece a inizio 2013. Gli utili societari, invece, sono schizzati a 4,97 miliardi di dollari, contro la perdita di 492 milioni riscontrata dodici mesi fa. A preoccupare gli analisti è comunque il rallentamento continuo del mercato globale dei pc , in cui Windows e Office dominano incontrastati: per evitare l’erodersi delle sue fonti di guadagno, il ceo Steve Ballmer ha annunciato una ristrutturazione aziendale con l’intenzione di riorientare le attivtà verso il settore mobile. Intanto, a New York il titolo Microsoft è arrivato a perdere il 7%. Delusione cocente anche per Google. Il più popolare motore di ricerca al mondo – incredibile a dirsi – ha problemi di pubblicità. Lo spostamento dell’accesso a internet verso i dispositivi mobili sta penalizzando il colosso americano, poiché l’adv su smartphone e tablet costa molto meno di quella veduta per computer. Insomma, la strategia di pensare a servizi ad hoc per le campagne mobili non sta dando i frutti sperati. La raccolta complessiva di BigG è salita del 15% in primavera , decisamente meno del 19% previsto dagli esperti. I ricavi totali sono aumentati (+19%, a 14,11 miliardi di dollari) e così gli utili (+16%, a 3,23 miliardi), ma Google è schiava delle aspettative, della fame di nuovi mercati e dell’aura di marchio di successo: basta deludere l’ipertrofico ottimismo degli analisti ed ecco Wall Street segnare un -5% nelle quotazioni del titolo. Isteria da nuova economia digitale , che sembra patire le stesse idiosincrasie delle speculazioni comuni.

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