“Salviamo Cinecittà” : è l’ultimatum, a suon di clacson e trombette, che un ’ottantina di lavoratori degli studios cinematografici ha lanciato al ministero dei Beni culturali , con un presidio sotto la sede di via del Collegio Romano. A chiedere con forza un incontro con il ministro Dario Franceschini o con il capo di gabinetto del dicastero, maestranze, rappresentanze sindacal i Cisl, Uil e Ugl, l’Associazione nazionale autori cinematografici e grandi personalità del cinema come Ettore Scola, Citto Maselli e Ugo Gregoretti . Tutti in campo per “ una nuova battaglia – spiega Massimo Corridori, Rsu di Cinecittà – perché l’azienda utilizzi i 7 milioni previsti dall’accordo del 2012. Da un anno invece non riceviamo nulla, anzi, la situazione si è aggravata”. Per il regista Scol a “ Salvare Cinecittà è salvare la cultura italiana. Non è un problema solo dei lavoratori e agli autori, ma dei cittadini che sono cresciuti e devono crescere con il cinema diventato famoso in tutto il mondo. Ormai è in abbandono, in dismissione perché i progetti dei capitalisti vogliono costruire alberghi e piscine, rinunciando a un patrimonio importantissimo”. Dal canto suo, il Mibact ribadisce l ’impegno nel rilancio di Cinecitt à di un piano culturale e imprenditoriale, al fine di conservare e di valorizzare il grande patrimonio, che comprende anche il patrimonio professionale delle maestranze, e creare sviluppo economico del complesso.
Salviamo Cinecittà: i registi protestano

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