Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

23 Aprile 2014 | Economia

Durov cacciato da Vkontakte e dalla Russia

Dimissioni, ritiro delle stesse e, infine, licenziamento. Lo strano percorso compiuto da Pavel Durov, fondatore ed ex capo del social network Vkontakte , mette in luce i giochi di potere che muovono i destini dell’internet russo.  L’informatico 29enne aveva annunciato un mese l’intenzione di lasciare il sito che aveva contribuito a creare e a far crescere sino a renderlo più popolare di Facebook, almeno in Russia, a causa dei contrasti con i nuovi proprietari di minoranza, oligarchi molto vicini al presidente Putin. Durov aveva poi fatto un passo indietro, ritirando le dimissioni e tornando al proprio posto, sino a poche ore fa, quando è stato licenziato dal consiglio di amministrazione. Gli screzi con gli azionisti si sono rivelati insanabili e la pressione delle forze governative ingestibile. I servizi segreti da tempo provano a far proprio i milioni di dati raccolti giornalmente da Vkontakte , che da oggi avrà una guida più vicina al Cremlino e quindi più aperta alla collaborazione con gli enti pubblici e al controllo della rete. “Adesso Vk è sotto il completo controllo di Igor Sechin e Alisher Usmanov (il primo capo del colosso energetico Rosneft, il secondo miliardario e già azionista di Vk) – ha scritto Durov – . In una realtà come quella russa, probabilmente qualcosa del genere era inevitabile, ma sono felice che siamo durati sette anni e mezzo” .  Il destino del sito è ora nelle mani di altri, ma Durov non sembra aver esaurito la sua linfa creativa :  “Fonderò un altro social network” , ha scritto sulla sua pagina Facebook, annunicando di aver lasciato la Russia e di non avere intenzione di tornarci. Il perché è presto detto: “La Russia è incompatibile con l’economia internet, al momento. Ho rifiutato di collaborare con i servizi segreti” .

Guarda anche:

simon-godfrey-agricoltura-unsplash

In Italia l’Agricoltura vale il 15% del PIL

Lo dice il rapporto ISMEA, secondo cui il settore primario genera un valore aggiunto di 44,4 miliardi L’economia agricola e agroalimentare italiana continua a rappresentare una delle colonne...

I redditi reali calano, la pausa pranzo è sempre più salata

Tra le nuove strategie per fare economia nella quotidianità, pranzare con la schiscetta pare essere tra le preferite dagli italiani. Fino a 3.200 euro l’anno il potenziale risparmio. Le retribuzioni...
cosmin-ursea-piadina-unsplash

La piadina resta di tutti

Respinta in Francia la richiesta di un'azienda svizzera di trasformare il nome del pane romagnolo in un marchio privato La piadina romagnola, da tempo apprezzata in tutta Italia e all'estero, ha...