Gli Stati Uniti rischiano di azzoppare il libero accesso e la netralità della rete internet globale , a causa di una nuova normativa per il web avanzata dalla Federal communications commission, l’ente che regola il settore delle telecomunicazioni Oltreoceano. Mentre in Brasile – la scorsa settimana – veniva approvato il Marco Civil, regolamento che garantisce accesso e gestione liberal della rete (indipendentemente dalla connessione utilizzata), favorendo lo scambio di contenuti e tenendo in considerazione la privacy degli utenti, gli Usa vagliavano la possbilità di dare il via libera alla legge che consentirebbe agli operatori di fornire connessioni più potenti, a pagamento, ad alcuni produttori di contenuti . Seguendo accordi “commercialmente ragionevoli” , come dice la prima stesura del testo, chi offre il servizio può privilegiare un’azienda o un’altra, purché si adeguino a tariffe extra. L’internet americano perderebbe in questo modo, definitivamente, il valore di bene comune, ad accesso paritario , affidandosi quasi in totto alla gestione della Fcc, che dovrebbe goiudicare di volta in volta gli accordi commercialmente ragionevoli di cui sopra, avallando o negando di volta in volta le tariffe straordinarie decise dagli operatori. Attivisti pro-web e sostenitori della nautralità della rete già gridano allo scandalo , accusando l’amministrazione Obama, che ha nominato i vertici della Commissione federale, di voler favorire i lobbisti delle telecomunicazioni, limitando al tempo stesso l’accesso ai migliori servizi per quei siti che non avranno la possibilità di investire per garantirsi la connettività migliore. La Fcc, a sua volta, ha smorzato le polemiche specificando che non ci sarà alcun blocco di contenuti legitti e che, qualora la bozza di legge venisse approvata, le discriminazioni fra gli utenti sarebbero minime. Se il provvedimento dovesse concretizzarsi, gli Stati Uniti abbandonerebbero la forma storica di governo della rete, quella che l’ha contraddistinta sin qui e in cui tutti i dati trasmessi vengono trattati allo stesso modo da chi fornisce la connettività, indipendentemente dal contenut specifico. Sin qui, la differenza di consumo di banda è stata a carico dell’operatore ed è compresa nel canone base. Questa organizzazione, secondo i teoirci della net neutrality, ha favorito la democrazia e lo sviluppo orizzontale del web (anche se alcuni colossi come Google e Apple già pagano tariffe ad hoc per l’enorme mole dei loro dati). L’internet dei prossimi anni potrebbe avere una serie A e una serie B, con una elite di compagnia a godere dei servizi migliori (più veloci e potenti) e gli altri a navigare a passo d’uomo nel mare magnum del virtuale.
Gli Usa sgambettano la net neutrality?

Guarda anche: