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7 Maggio 2014 | Economia

La rete di Google cattura l’e-commerce

Lo shopping online è la frontiera in espansione delle grandi società legate a internet. Dopo l’accordo di collaborazione tra Amazon e Twitter, che permetterà agli iscritti al social network di fare la spesa sul portale con un semplice hashtag, Google alza il tiro, scardina i confini digitali dell’e-commerce e lancia un servizio interattivo che suggerisce agli utenti i migliori negozi nei dintorni in cui fare compere , basandosi sui prodotti cercati in passato dagli stessi sul motore di ricerca. La nuova funzione si integra con altre, quali la consegna rapida e i pagamenti mobili tramite il sistema Wallet, che nei prossimi mesi dovrebbe essere esportato sui Google Glass , gli occhiali intelligenti che la compagnia americana si appresta a produrre in massa. Il suggeritore per lo shopping funziona anche se l’utente è offline, grazie alla collaborazione di Now, software per smartphone e tablet Android che dà agli utenti mobili informazioni di vario genere, dal meteo al traffico, passando per news dell’ultimora, in base alla geolocalizzazione e alle preferenze del soggetto. La funzione è per ora disponibile solo negli Stati Uniti, ma presto arriverà in Europa e Asia . Google si trasforma così in una sorta di personal shopper , che allettea l’utenza con schede di prodotti disponibili nelle immediate vicinanze, inserendo le inserzioni dei commercianti in un grande piattaforma di e-commerce 2.0, che mescolerà pubblicità, servizi per gli internauti e una massiccia raccolta dati.  Amazon non è più sola, anche BigG vuole la sua porzione nella grande torta del commercio online . Il sistema totale di Bezos sin qui ha dominato il settore, grazie alla precisione e alle strutture ramificate che ne hanno fatto un enorme centro commerciale e distributivo virtuale, per merci reali. A Mountain View sembrano puntare su un architettura più agile, che prevede l’interazione (via web mobile) con le rivendite esistenti e innesca un giro d’affari basato su adv online e pagamenti elettronici. Ora si attende la mossa di Apple, che potrebbe fare da terzo incomodo in un mercato sempre più oligarchico.

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