Facebook implementa ulteriormente la sua capacità di raccolta dati e si mette, letteralmente, ad ascoltare le nostre canzoni, a visualizzare i nostri filmati per incrementare il suo traffico mobile e costruire profili sempre più appetibili per gli investitori pubblicitari. Il social network, sempre più attirato dalle potenzialità delle piattaforme mobili (tablet e smartphone in testa), ha lanciato negli Stati Uniti un servizio che consente di utilizzare la tradizionale app di Facebook su iOs e Android per riconoscere brani musicali diffusi nell’ambiente circostante (come fa Shazam) e programmi televisivi. Il tutto tramite il microfono dei dispositivi. D’ora in poi, le centinaia di milioni di utentiFacebook statunitensi potranno scoprire e recuperare le informazioni su un disco o uno show in un attimo, senza nemmeno abbandonare il proprio telefono o uscire dall’applicazione del loro social preferito. In prospettiva, l’impatto della nuova funzionalità è ancor più importante se la si proietta sulla totalità degli 1,3 miliardi di iscritti che il sito di Mark Zuckerberg raccoglie nel mondo: un vero e proprio ricettacolo di informazioni raccolte con il consenso implicito e gaudente degli internauti mobili, contenti di scoprire come ritrovare una musica o il nome di una serie tv. Chi non disattiva il servizio potrà condividere con i suoi contatti le sue nuove scoperte musicali, pubblicando un’anteprima di 30 secondi disponibile a tutti, oppure una scheda sulla serie tv appena identificata, con tanto di episodio e protagonisti. Tempi duri per Shazam, dunque, ma anche per la privacy degli utenti : Facebook assicura che non memorizzerà alcun dato catturato, e oltretutto la funzione (che di per sé si attiva in automatico) può essere bloccata con un semplice tocco del display. Ma qualche problematicità rimane. E un social network che si mette ad ascoltare la nostra musica, strizzandoci l’occhio (virtuale) mentre ci suggerisce il nomne della band che proprio non riusciamo a ricordare, è una novità non indifferente.
Silenzio, Facebook vi ascolta

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