E’ ufficiale: esiste il tecnostress e la procura di Torino indaga. Nell’inchiesta del pubblico ministero Guariniello ci sono alcuni call centre piemontesi che potrebbero aver creato le condizioni per questa malattia professionale nei lavoratori. I sintomi sono insonnia, mal di testa, ansia. A esserne vittima sarebbero anche giornalisti, internauti accaniti e chi usa in modo compulsivo le tecnologie. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello ha già disposto alcune ispezioni, e altre ce ne saranno nelle prossime settimane. Il tecnostress scatena reazioni di insofferenza e rabbia quando vi sono guasti improvvisi del computer che provocano una perdita di dati, oppure l’impossibilita’ di avviare la macchina perche’ si e’ dimenticata la password o ancora vi sono attese troppo lunghe per il caricamento dei programmi. Succede cosi’ che si ha un atteggiamento di rifiuto verso il computer, fino a irritarsi e a prenderlo regolarmente a parolacce, come fanno tre utenti su quattro secondo uno studio britannico. L’inchiesta della Procura di Torino e’ nata dopo l’ invio alla magistratura di vari esposti da parte di dipendenti. Obiettivo degli inquirenti e’ verificare la tutela della salute e il rispetto delle norme che regolano il contratto di lavoro in base alla circolare emessa dal Ministero del lavoro nello scorso 14 giugno. Per questo motivo i controlli sono effettuati da funzionari dell’ispettorato del lavoro e medici dell’ Asl 1. Ma e’ negli Stati Uniti che il problema e’ salito agli onori della cronaca. Secondo le stime piu’ recenti, milioni di persone sono state infatti interessate da questa sorta di ”tossicodipendenza” nei confronti delle tecnologie che ha fatto emergere, in oltre il 50% dei casi, gravi forme di sconforto, evidenziate da malesseri come agitazione, problemi cervicali e insonnia. Il 30-40% delle persone coinvolte risulta avere cercato di fronteggiare con ogni mezzo l’uso delle tecnologie, cadendo pero’ in crisi improvvise finite addirittura con la distruzione del personal computer come forma di esasperazione. Tecnostress e’ un termine coniato dallo psicologo Craig Brod sin dal 1984, che lo defini’ ”un disagio moderno causato dall’ incapacita’ di coabitare con le nuove tecnologie del computer”. Piu’ recentemente altri psicologi, Michelle Weil e Larry Rosen, autori del libro ”Tecnostress. Coping with Techonology: @work, @home, @play”, hanno ampliato questa definizione includendovi anche ”ogni impatto o attitudine negativa, pensieri, comportamenti o disagi fisici o psicologici causati direttamente o indirettamente dalla tecnologia”. Gli autori del libro hanno radunato il lavoro di 16 anni di ricerche sulla psicologia della tecnologia per mostrare esattamente come essa influisce sui nostri corpi e sulle nostre menti, e l’impatto che ha sulle nostre vite, a casa, a lavoro e nel gioco.
Inchiesta sui call centre torinesi per tecnostress

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