A giugno dovrebbero arrivare le prime licenze per il WiMax. Questo grazie all’accordo fra i ministri della Difesa, Arturo Parisi, e delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni. L’associazione AntiDigitalDivide interviene sul merito della distribuzione delle licenze. Il WiMax dovrebbe aiutare a colmare il digital divide e ADD chiede di pensare prima di tutto ai cittadini. ADD sottolinea come si stia pensando alle aste per l’assegnazione delle licenze “in stile similare a quella effettuata alcuni anni orsono per le licenze UMTS, correndo il rischio di fatto di creare un nuovo sistema chiuso”. Invece di chiedere soldi, si chiede l’associazione in una nota , “perché non essere, una volta tanto, dalla parte dei cittadini ed evitare l’ulteriore nuova gabella liberalizzando, con regole ferree, le frequenze per il WiMax sulla falsariga di come è stato attuato per il WiFi?”. AntiDigitalDivide crede che “dovrebbe essere segnalata, come obbligo associato ai diritti d’uso delle frequenze, una percentuale minima (non inferiore al 25%) di copertura del territorio sottoposta a verifiche periodiche, sotto il controllo delle preposte autorità, a distanza massima di un anno dalla data di concessione della licenza”. Inoltre auspica che “il calendario di distribuzione e il relativo coordinamento delle stesse, debbano prevedere il rilascio, obbligatorio, in primo intervento, sui territori Digital Divisi, per i quali nei mesi scorsi abbiamo lanciato un censimento attraverso il nostro sito. Quindi, solo a fronte della copertura nelle zone digital divise dell’area assegnata, l’operatore potrà provvedere alla vendita in altre aree”. ADD chiede anche che “vi siano diversi tipi di licenziatari in base alle caratteristiche della rete (ad es. wholesale, OLO, Wisp etc..)”.
Un WiMax dalla parte dei cittadini. Lo chiede AntiDigitalDivide

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