Sarà presentato oggi, domenica 14 gennaio, il documentario “Ggiovani” sui ragazzi Locri. I ragazzi che si sono mobilitati contro la ‘ndrangheta all’indomani del delitto del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria Franco Fortugno. Il regista è anche lui giovane, Vincenzo Caricari e per la prima proiezione ha scelto proprio palazzo Nieddu, teatro del delitto. Quella scatenata dai ragazzi di Locri e’ un’ondata che dura da oltre un anno: sono nati gruppi, forum, associazioni, hanno cercato di fare rete, sono riusciti ad esportare il problema della loro terra sfruttando al meglio i media che si sono presentati in Calabria per seguirli da vicino, andando anche come ospiti nella maggior parte delle trasmissioni tv nazionali (Rockpolitik, Anno zero, L’incudine), riuscendo cosi’ a smuovere le coscienze di mezza Italia. Il documentario raconterà dall’interno chi sono e perchè mettono in gioco la loro incolumità per una Calabria migliore. L’attenzione e’ focalizzata su 13 di loro, rappresentanti delle varie anime del movimento, seguiti nei propri paesini di appartenenza, perche’ non tutti sono di Locri. Attraverso i loro discorsi si coglie il contesto e le difficolta’ che incontrano nel vivere in una zona molto disagiata come la Locride; vengono fuori i tipici problemi di provincialismo e di “liberta’ limitata” causati da concezioni sociali e mentalita’ arcaiche e ristrette; il problema dei trasporti e quindi dell’isolamento di alcune zone perlopiu’ interne; e molti altri problemi. Come sfondo c’e’ il paesaggio, quello degradato dei “palazzoni a meta’” e quello meraviglioso e incantato dei castelli medievali, delle fiumare, delle spiaggie, sottolineato dalle musiche del gruppo dei Quartaumentata, ispirate alla tradizione e alla cultura musicale calabrese. Si parla anche delle varie iniziative intraprese nel corso dell’anno, tra cui la manifestazione del Primo maggio a Locri con la triade sindacale; un grosso evento sportivo e culturale avvenuto in estate nella spiaggia di Locri; l’adesione al sit in di protesta, con sciopero della fame, di Mario Congiusta e di altri familiari di vittime della mafia. Ma anche dell’ostilita’ dei propri conterranei nei loro confronti e nei confronti di quello che fanno; quindi l’aver ricevuto una vicinanza maggiore da gente non della Locride. Si discute anche dell’importanza avuta dai media per la nascita del loro movimento e i rapporti che hanno avuto: le varie esperienze televisive, le incessanti interviste. Le esperienze in giro per l’Italia, invitati da molte scuole e associazioni per dare la propria testimonianza e il loro esempio di ragazzi “impegnati”. Molte cose hanno in comune questi ragazzi: la voglia di riscossa, la voglia di cambiare e fare di tutto per offrire alle prossime generazioni una terra diversa, piu’ libera. Dalle loro parole viene fuori il rammarico di vedere la propria terra cosi’ disprezzata e vittima nonostante le bellezze paesaggistiche e culturali. Contemporaneamente traspare anche un loro ritratto piu’ intimo e personale: i loro sogni, obiettivi, le loro storie, le loro esperienze di vita, tra cui il ricordo toccante su un loro amico ucciso di recente; i loro percorsi scolastici , e per i piu’ grandi anche lavorativi; la loro semplicita’, la simpatia, la voglia di collettivita’. E per finire la cura, secondo loro, l’antidoto, il “vaccino”, le nuove strade da percorrere per la rinascita della loro terra.
Oggi prima proiezione del documentario ragazzi di Locri

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