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3 Maggio 2021 | Attualità

Il rapper che riapre la discussione sull’indipendenza della Tv pubblica italiana

Rai, la televisione pubblica italiana, è travolta da una polemica che vede come protagonisti un famoso rapper, la vicedirettrice della terza rete e la festa del primo maggio. Ora alla vigilia delle nuove nomine politiche nel consiglio di amministrazione Rai si ridiscute dell’indipendenza dell’azienda.

La discussione nasce da una confusionaria vicenda che ha visto il rapper Fedez (oltre 12 milioni di follower su Instagram) portare sui suoi social i contenuti della conversazione con l’organizzatore del concerto del primo maggio, conversazione a cui ha partecipato anche la vice direttrice della terza rete Rai.

In quella telefonata l’organizzatore del concerto Massimo Bonelli fa allusione a un sistema di verifica dei contenuti al quale il rapper si deve adeguare. Fedez aveva annunciato che era sua intenzione elencare i nomi e le dichiarazioni di alcuni esponenti politici che avevano attaccato la legge contro l’omotransfobia che sta percorrendo un difficile iter parlamentare.

In sostanza a Fedez l’organizzatore chiede di evitare di fare nomi sul palco mentre la vicedirettrice ha affermazioni più sfumate o addirittura difensive del diritto dell’artista a fare ciò che voleva nel corso del concerto. La dirigente Rai in questione è Ilaria Capitani giornalista che fu anche portavoce del sindaco Democratico di Roma Walter Veltroni (2001-2008). Ma la popolarità di Fedez, il momento particolare di imminente rinnovo del Cda e i pasticci della comunicazione Rai hanno fatto esplodere la vicenda.

Rai prima ha smentito le pressioni poi con due giorni di ritardo ha precisato la propria smentita affermando per bocca dell’ amministratore delegato Fabrizio Salini che “in Rai non esiste e non deve esistere nessun ‘sistema’ e se qualcuno, parlando in modo non appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso”. Fedez ha avuto buono spazio per sfruttare la situazione rendendo pubblici prima alcuni brani e poi integralmente la telefonata incriminata.

Il Cda Rai è nominato nella sua maggioranza dalla commissione parlamentare di vigilanza del Parlamento che si occupa di sorvegliare l’attività del servizio pubblico, a cui spetta la nomina di quattro consiglieri su sette. Altri due membri sono espressione diretta del Governo e l’ultimo è scelto dai lavoratori. 

Sull’indipendenza dalla Rai si discute da tempo. La governance di molte emittenti di Stato europee vede la politica esclusa o marginale nelle scelte dei nomi e della gestione. Ora alla vigilia delle nuove nomine che in parte erano già state decise secondo una abituale lottizzazione tra i pesi delle diverse forze politiche si torna a discutere dell’opportunità di rivedere le regole.

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