Mossa repentina del Garante della privacy sulla questione dei ricatti fotografici: vietate le news sulla vita sessuale. Politici, intanto, al lavoro per la legge sulle intercettazioni. L’Autorità garante per la privacy vara un provvedimento che vieta la diffusione di notizie “non essenziali” sulla vita sessuale delle persone. I giornalisti rischiano da tre mesi a due anni di carcere. Il Garante vieta con effetto immediato, a tutti gli organi di informazione, di diffondere notizie quando: si riferiscano a fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico; riguardino notizie, dettagli e circostanze eccedenti rispetto all’essenzialità dell’informazione; attengano a particolari della vita privata delle persone diffusi in violazione della tutela della loro sfera sessuale. “Il provvedimento – spiega l’Autorità – si è reso necessario perchè pur nel quadro di vicende per le quali è configurabile un interesse pubblico alla conoscenza anche dettagliata di fatti, sono state diffuse alcune informazioni e notizie, anche non estratte da trascrizioni di intercettazioni, che hanno oltrepassato i limiti del diritto di cronaca e violato i diritti e la dignità delle persone interessate, a prescindere dalla veridicità di quanto diffuso”. Ritorna d’attualità anche il dibattito politico sulle intercettazioni telefoniche. “Il Parlamento può accelerare l’approvazione del nuovo disegno di legge sulle intercettazioni”, fa sapere il presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Il Guardasigilli Clemente Mastella aggiunge che “va approvato in tempi stretti”. Quel testo di legge vieta la pubblicazione delle intercettazioni e in parte anche l’utilizzazione. Sui giornali finiranno solo delle sintesi e non tra virgolette.
Basta foto-ricatti

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