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14 Ottobre 2008 | Innovazione

A mezzanotte parte lo switch off in Sardegna

In Sardegna è partito il conto alla rovescia per lo storico passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. Il primo switch off territoriale per tutte le tv nazionale e locali è previsto per questa notte alle 24, nella parte sud-orientale dell’isola (Sarrabus e Ogliastra) e per la sola Raiuno nel Medio Campidano, Sulcis Iglesiente e nella zona di Cagliari. Il processo per il definitivo passaggio al digitale si completerà il 31 di questo mese , quando anche nell’Oristanese, Nuorese e nel Sassarese occorrerà il decoder per poter vedere tutti i programmi tv. Nei negozi specializzati e nei supermarket continua la ressa per l’acquisto dell’apparato senza il quale dal primo novembre si diventa “orfani forzati” della televisione. Per tutti coloro che pagano il canone Rai, continuano a valere le agevolazioni per l’ acquisto del decoder a prezzo scontato, previa esibizione del bollettino di pagamento del canone. Le maggiori televisioni locali si sono già attrezzate tecnicamente per spegnere il segnale analogico e accendere quello in isofrequenza, con investimenti importanti per adeguare il sistema esterno di trasferimento ed emissione del segnale. ” Siamo pronti a rispettare il calendario dato dal Ministero – ha dichiarato l’amministratore delegato di Videolina, Enrico Rais – dal primo novembre ci saranno 150 canali in Sardegna, sarà molto più dura stare sul mercato e occorre diventare sempre più locali “. ” Vi sono dei passi che devono essere effettuati nel momento dello spegnimento del segnale analogico e non prima – ha spiegato Mario Tasca, direttore di Sardegna Uno – e vi è una certa incertezza soprattutto perché potrebbero nascere dei problemi sui ripetitori del segnale con la nuova tecnologia. Ci incuriosiscono le nuove prospettive del mercato che sta per aprirsi – ha continuato – ma per la messa a regime del sistema occorrerà attendere almeno sino all’inizio del prossimo anno “. Secondo Maurizio Carta, direttore di rete di Cinquestelle Sardegna “ si tratta di una trasmissione sperimentale perché nessuno, oltre la telefonia mobile, utilizza l’isofrequenza per la trasmissione tv e potrebbero esserci problemi di ricezione soprattutto nei bacini adiacenti. L’aspetto da non sottovalutare – ha detto Carta – è che, se non cambia la normativa, le tv locali andrebbero a pagare nuove tasse governative per la trasmissione del segnale sull’ordine di 500 mila euro all’anno per coprire i punti principali in Sardegna “.

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