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30 Marzo 2022 | Attualità

A Milano la più grande mostra del fotografo Raymond Depardon: racconta l’Italia 

Fino al 10 Aprile è ancora possibile visitare in Triennale a Milano la più completa mostra del fotografo francese Raymond Depardon. Dal numeroso materiale esposto emerge la figura e il lavoro di un grande pioniere italiano: Franco Basaglia.

La mostra 

Otto serie di fotografie, due film e tutti i libri pubblicati da Raymond Depardon è quello che si trova davanti il visitatore della mostra La vita moderna, la raccolta più completa del fotografo e cineasta francese, realizzata da Triennale Milano e dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain.

Otto serie, otto viaggi che l’artista compie attraverso luoghi, territori sconfinati ma soprattutto persone. Alla ricerca costante della giusta distanza Depardon va incontro ai suoi soggetti con discrezione e umiltà costruendo con pazienza un rapporto con gli esseri e con i luoghi che incontra. Da voce a coloro che non l’hanno, rileva ogni paesaggio come il luogo di un’esperienza umana, grazie all’obiettivo della sua macchina fotografica  o della sua telecamera.

Errance

Tutta la mostra è guidata dalla prima sezione Errance il cui contenuto caratterizza anche tutte le altre parti: Piemonte 2001, Communes 2020, Glasgow 1980, Manhattan Out 1980, La France 2004-2010, Rural 1990-2018 e infine San Clemente 1977-1981 e San Clemente 1980.

Tutte queste sezioni sono guidate dal concetto di Errance su cui l’artista dichiara: “E’ un pò questo il concetto di erranza: non ci sono più momenti preferiti, istanti decisivi, istanti eccezionali, bensì una quotidianità.

Errance è il filo conduttore dell’intero percorso espositivo con uno spostamento verso un altrove che è già lì, una prossimità o una continuità oltre le frontiere. Secondo il fotografo il vagabondare gli ha consentito di “vivere il presente”, di cercare una quotidianità senza momenti privilegiati, di scegliere lo spostamento senza destinazione, di perdersi in zone intermedie e luoghi di solitudine.

Nelle sue fotografie c’è l’errance dei paesi che visita: il Ciad, il Libano, dal nord al sud del continente americano, i deserti. C’è la quotidianità dei paesi in guerra, c’è la quotidianità degli abitanti della desolante Glasgow, che lo guidano alla scoperta della città monocromatica. C’è la quotidianità della folle New York dove l’autore decide di camminare per un giorno interno con la Leica al collo imponendosi la regola di non sollevarla verso il viso, lasciandola appesa sul petto e riservandosi cosi la sorpresa di un inquadratura volutamente non ricercata.

San Clemente 

Inoltre c’è la quotidianità dei pazienti del San Clemente, ospedale psichiatrico di Venezia. Questa sezione che contiene 56 foto in bianco e nero conclude il percorso espositivo, ed è arricchita da un estratto dal film realizzato nel 1980. Alla fine degli anni Settanta, Raymond Depardon intraprende un viaggio alla scoperta della realtà degli ospedali psichiatrici di Trieste, Napoli, Arezzo e dell’isola di San Clemente. In questa occasione incontra Franco Basaglia, pioniere e figura emblematica della psichiatria moderna, che ha svolto un ruolo chiave nel processo di smantellamento degli istituti psichiatrici a partire dagli anni Sessanta, e stabilisce con lui un rapporto di fiducia e collaborazione. Basaglia lo incoraggia a concepire quella che oggi è annoverata tra le testimonianze più commoventi sui manicomi alla vigilia dell’adozione della Legge Basaglia nel 1978. Legge destinata a rivoluzionare il sistema ospedaliero psichiatrico italiano e ad essere un esempio virtuoso per gli altri paesi europei.

La delicatezza con cui Depardon fotografa senza importunare i pazienti, descrivendo la loro sofferenza, non può che colpire il visitatore, che riesce attraverso le sue foto a stare di fronte a un così profondo dolore e smarrimento. Dalle foto e dalle riprese del film è possibile percepire in modo chiaro come l’artista abbia avuto rispetto di queste persone e come gentilmente abbia posto tra lui e loro la macchina fotografica. Significativa la capacità di fotografe un tema cosi importante e delicato oltre a essere una testimonianza unica.

 

 

di Sara Giudice

Raymond Depardon

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