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3 Marzo 2008 | Attualità

A Milano l’Iptv Forum analizza la Next Generation tv

Il 29 febbraio si è tenuto a Milano il terzo IPTV FORUM, evento incentrato sull’analisi della Next Generation TV, promosso da Business International, società che si occupa di informazione, formazione e consulenza legata al gruppo The Economist. Si tratta di un appuntamento che da la possibilità di analizzare l’iptv, le sue potenzialità, i suoi problemi e il ruolo che ha tra le altre offerte televisive. Il mercato dei media oggi è in movimento, una situazione che ricorda il mercato della televisione degli anni ’40, quando le major americane non investivano nell’innovazione contenutistica e tecnologica ma puntavano a preservare il loro patrimonio.  Oggi l’iptv si inserisce in un contesto molto particolare, dove i principali ricavi del cinema derivano dal noleggio e dalla vendita dei dvd e i costi di produzione dei film sono in costante crescita, la televisione generalista investe in tipologie di programmi con contenuti a basso costo, come i reality.  I giovani, opinion leader del mercato tecnologico, non comprano più supporti ma scaricano tutto dalla rete. Come sottolinea Emilio Pucci, direttore di E-Media Institute,  “E’  importante comprendere il ruolo che questo mezzo può avere nella competizione con altre tipologie di televisione, da quella satellitare a quella generalista; infatti l’iptv deve crearsi un proprio ruolo intelligente, avanzato e deve offrire qualcosa di diverso dalle altre piattaforme. In questa direzione può puntare sull’offerta di televisione non lineare, dando la possibilità agli utenti di cercare nella library digitali i programmi e film che trova altrove distribuiti linearmente”. Il punto di forza dell’iptv non è quello di offrire contenuti diversi, ma di proporre una nuova modalità di accesso e di fruizione dei contenuti, anche se esistono dei problemi per la diffusione reale dei contenuti in altre piattaforme causati dalla gestione dei diritti. “Di fatto i diritti limitano lo sviluppo di nuove piattaforme – sottolinea Isabella Andreani, dello sviluppo Business della Rai – e questo aspetto pesa molto sulla fruizione, dato che dobbiamo dotarci di un sistema di verifica e oscuramento in particolar modo per i grandi eventi acquistati da soggetti internazionali come i campionati europei di calcio o le Olimpiadi”.

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