È presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci ed è uno dei pochi esempi rimasti in città di Barocchetto Lombardo
Un gioiello del Museo della Scienza e della Tecnologia
Riapre al pubblico dopo un importante restauro la Sala del Cenacolo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Attenzione però: la sala è nel museo che porta il nome del genio italiano noto in tutto il mondo e cita (involontariamente) il nome di una delle sue opere più celebri ma non ha nulla a che fare con lui. Costruita tra il 1709 e il 1712 (Leonardo era morto nel 1519) in occasione dell’ampliamento del Monastero, il locale era l’antico refettorio del complesso monumentale del monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo, sede del Museo dal 1953.
Barocchetto Lombardo a Milano
Grazie al lavoro effettuato sugli stucchi e sugli affreschi, opera di Pietro Gilardi e Giuseppe Antonio Castelli detto Il Castellino, è stata restituita la bellezza originaria a una delle poche testimonianze rimaste a Milano di Barocchetto Lombardo in ambito religioso: la parete di fondo ospita il giaprrande affresco delle Nozze di Cana di Pietro Gilardi mentre la volta ribassata e le pareti laterali presentano una serie di articolate quadrature architettoniche, con fiori, frutta e festoni, e scene bibliche a monocromo tratte dall’Antico Testamento.
Restauro e diagnosi
Attraverso un intervento di consolidamento, pulitura e integrazione pittorica è stata restituita la possibilità di apprezzare la ricca decorazione di uno dei luoghi più suggestivi del Museo, riportando alla luce i colori e le dorature che il trascorrere del tempo e le vicende storiche avevano alterato. Il lavoro di restauro è stato inoltre un’occasione per integrare i dati della campagna di indagini diagnostiche precedente promossa dalla Soprintendenza, così da trarre nuove informazioni attorno ai processi di degrado e ai materiali costitutivi originari, e per analizzare storicamente – per la prima volta – gli esiti dell’intervento intrapreso nel 1952, quando il complesso monumentale viene riadattato per ospitare il Museo.
Un lavoro di attribuzione
“Il restauro degli affreschi barocchi della Sala Cenacolo ha permesso non solo di restituire lo splendore decantato da cronisti del Settecento, ma è stata anche l’occasione per effettuare studi e ricerche d’archivio, ancora in corso, con lo scopo di chiarire le vicende e le modalità di esecuzione degli affreschi da parte di Giuseppe Antonio Castelli e Pietro Gilardi e dell’ideazione del particolarissimo piano iconografico dedicato al tema del cibo”. Lo spiega Claudio Giorgione, curatore Leonardo Arte e Scienza Museo, che aggiunge: “Queste ricerche rientrano nel programma scientifico che il Museo sta conducendo, con la collaborazione della Soprintendenza e di collaboratori scientifici (in questo caso, lo storico dell’arte Stefano Bruzzese) per ricostruire la storia del sito del Monastero di San Vittore”.
di Daniela Faggion