Il progetto si svolge presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna
Si chiama I-BOT il progetto per lo sviluppo di microrobot in grado di navigare e impiantarsi in modo non invasivo e controllato nel corpo umano. Coordinato da Veronica Iacovacci, ricercatrice presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il lavoro è talmente interessante da aver meritato un finanziamento ERC Starting Grant dal Consiglio Europeo della Ricerca.
Spiega la scienziata: “I-BOT (Implantable microroBOT) ambisce a sviluppare nuove tecnologie, dalla robotica alle scienze dei materiali, per affrontare sfide nell’ambito dei dispositivi medici e dell’interventistica non invasiva”.
Il progetto inizierà ufficialmente il primo gennaio 2025 e avrà una durata di 5 anni con un investimento pari a 1,5 milioni di euro. Suo obiettivo è un sostanziale cambio di paradigma per concepire microrobot impiantabili in grado di eseguire procedure mediche quali suture, riparazione dei tessuti e monitoraggio diagnostico a lungo termine.
Attraverso l’azione combinata di ultrasuoni e campi magnetici, i microrobot saranno in grado cambiare la loro geometria e le loro dimensioni per adattarsi alla zona del corpo umano in cui dovranno intervenire e per esercitare forze sui tessuti circostanti e azioni terapeutiche. Queste importanti innovazioni consentiranno ai microrobot di restare a contatto con i tessuti in modo stabile e di svolgere il proprio compito nel tempo.
La microrobotica in ambito medico nasce da un’intuizione letteraria. Nel 1966 Isaac Asimov pubblica il romanzo ‘Fantastic Voyage’ in cui una equipe di chirurghi viene miniaturizzata e, a bordo di un sottomarino, naviga nel corpo di un paziente per salvargli la vita. Questa visione fantascientifica ha ispirato generazioni di ricercatori e sancito la nascita di una disciplina dedicata.
Nel corso degli anni la ricerca si è concentrata sullo sviluppo di sistemi per il rilascio controllato di farmaci o altre terapie direttamente a cellule o tessuti specifici. Al di là di ogni immaginazione, o quasi.
Daniela Faggion