Nasce a Treviso grazie all’iniziativa di Marta Feletto in collaborazione con la Caritas di paese un atelier sostenibile che mette a disposizione delle spose centinaia di abiti usati. L’abito può essere noleggiato a fronte di un contributo economico volontario, l’unico obbligo è quello di prenotarlo per tempo da un catalogo predisposto e restituirlo lavato dopo averlo indossato.
Le taglie della casa trevigiana, che si possono visionare e provare nella taverna di un’abitazione resa disponibile da una volontaria, sono comprese tra la 38 e la 52, e i modelli spaziano dalle linee classiche alle più contemporanee. A usufruirne sono normalmente donne in prevalenza italiane, provenienti dal Veneto e da altre regioni italiane, alcune delle quali puntano sull’offerta non per limiti di tipo economico, ma per l’aderenza a principi etici di contenimento degli sprechi.
Il progetto è stato avviato da Feletto sul modello di un’analoga esperienza attivata dalle suore di un convento in Umbria, il cui ricavato è destinato al mantenimento della struttura religiosa.
di Serena Campione