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20 Marzo 2023 | Attualità, Innovazione

A Trieste per la sostenibilità quantitativa

Stefano Fantoni racconta a Telepress.news come sia stato ideato un osservatorio permanente per trovare indicatori utili a realizzare una delle sfide degli anni Venti e Trenta.

Che cos’è la sostenibilità quantitativa

Come affrontare nel modo migliore le sfide attuali e quelle future per nutrire il Pianeta? Un workshop fra Trieste e Udine, in parte per esperti e in parte aperto al pubblico, ha voluto lanciare un tavolo permanente sull’argomento, chiedendo a una serie di ospiti internazionali di fare il punto della situazione attuale e di dare una serie di indicazioni su ciò che andrà fatto. L’incontro “Scienza e alimentazione sostenibile. Come gli strumenti scientifici possono aiutare ad affrontare le problematiche rivolte al cibo e alla biodiversità per la salute del pianeta e dei suoi abitanti” è stato organizzato nell’ambito del Laboratorio Triestino sulla Sostenibilità Quantitativa – TLQS, progetto dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – e della Fondazione Internazionale Trieste – FIT, che ha lo scopo di studiare la sostenibilità attraverso analisi e rappresentazioni quantitative, proprie delle metodologie scientifiche, per fare previsioni a breve e medio termine sulla salute del pianeta e delle persone che lo abitano e per misurare il grado di sostenibilità delle azioni.

Foto di gruppo al workshop su sostenibilità quantitativa

Foto di gruppo al workshop su sostenibilità quantitativa

Un approccio multidisciplinare

Proprio tre chiavi di lettura della Sostenibilità (Scienza, Salute, Società) sono i macro-temi su cui si sono confrontati esperte ed esperti di diverse discipline – genetica, genomica applicata, scienze microbiche, medicina, economia, agraria, chimica, comunicazione – riuniti per parlare di alimentazione e biodiversità per la salute del pianeta con un approccio multidisciplinare. Estremamente varia la provenienza degli studiosi presenti: Colombia, Michigan, Belgio, Filippine… e tante città italiane naturalmente.
Produrre di più, consumare di meno e migliorare le caratteristiche nutrizionali degli alimenti: sono queste le sfide dell’agricoltura di oggi. La strada per affrontarle in maniera sostenibile passa attraverso le tecnologie più avanzate in campo genetico e agronomico, e necessita di una legislazione efficiente per consentire alle innovazioni di entrare nel mercato senza inutili vincoli e/o restrizioni, insieme alla fiducia delle persone nella scienza e all’accettazione delle stesse innovazioni. Per affrontare tali questioni è, pertanto, indispensabile un approccio quantitativo e multidisciplinare, oltre al coinvolgimento di tutta la società.

L’ambizione di un laboratorio permanente

A Telepress.news il presidente della FIT, Stefano Fantoni, spera che il workshop possa portare “all’istituzione di un centro sulla sostenibilità quantitativa permanente, simile a quello sulla complessità presente a Santa Fè. Il nostro obiettivo è quello di identificare degli indicatori dei vari aspetti della sostenibilità, per capire quanto Paesi, industrie e laboratori fanno concretamente. Si tratta di una sfida complessa: gli stessi obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu hanno aspetti di correlazione che li rendono difficili da identificare in modo univoco.

Coinvolgere gli scienziati e le persone

E quindi come fare? Prosegue il professore di Fisica: “Vogliamo che gli esperti ci diano dei compiti da svolgere affinché gli studi che vengono compiuti abbiano un’utilità concreta. L’idea è quella di affrontare l’obiettivo da tre punti di vista: scientifico, in un’ottica interdisciplinare che la vecchia Accademia italiana non conosce; formativo, puntando sui giovani scienziati, più aperti e pronti a sperimentare; divulgativo, per coinvolgere le persone comuni, far uscire la scienza dai laboratori e fare cultura su argomenti – come il cibo, ad esempio – intorno ai quali ruotano tanti luoghi comuni e pochi dati certi: sugli effetti devastanti dell’obesità o sui pregiudizi relativi alla genetica delle piante le persone hanno spesso informazioni sbagliate”.

di Daniela Faggion

Trieste - Piazza Unità d'Italia

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